A New York, è il momento delle “cabine per la siesta”
Per un gran numero di newyorkesi, la siesta è ormai una tradizione acquisita. Ma non è gratis! Per un dollaro al minuto, si può affittare una “cabina per la siesta” a Times Square. Da molti anni, per ricaricare le loro batterie nella “città che non dorme mai”, i newyorkesi ingurgitano grandi quantità di caffè espresso o ricchi cocktails a base di legumi frullati. Ma oggi, hanno finalmente scoperto le virtù del pisolino pomeridiano...
Già da tempo esistono molti centri di yoga o di meditazione orientale. Allo scopo di affrontare la fatica indotta da ambienti di lavoro super competitivi, e da tragitti casa-ufficio sempre più affollati, un buon numero di newyorkesi ha già ceduto alla moda del tè “Matcha” (tè verde giapponese - ndt) o a quella del “Kava”, bevanda anti-stress di gran moda, ricavata da una radice vegetale. Ma ormai, sono le cabine per la siesta il boom del momento, a New York così come in varie altre città americane.
Tra le installazioni più importanti, figura quella di Nap York (“nap” = pisolino), inaugurata a febbraio 2018, in un edificio a tre piani nei pressi di Times Square. Ad un prezzo medio di 12 dollari, si può affittare per mezz’ora una cabina individuale, tutta in legno, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il successo non ha tardato ad arrivare: dalle 7 cabine iniziali, Nap York è rapidamente passata a 22. Quanto prima verrà aperta, sul tetto dell’edificio, un’area riservata alle amache, che potranno essere affittate per 15 dollari ogni mezz’ora. “È molto difficile trovare un angolo di pace e tranquillità a New York”, sottolinea Stacy Veloric, direttrice marketing di Nap York. “Vogliamo accogliere i newyorkesi provati dalla fatica o dallo stress”.
Secondo il Centro per la prevenzione delle malattie (Center for Disease Control and Prevention), un terzo degli americani non dorme in modo o quantità adeguati. Il che ha conseguenze sull’umore e sulla capacità di concentrazione, riduce la produttività, favorisce le assenze dal lavoro... Si tratta di un costo per l’economia americana stimato in circa 411 miliardi di dollari l’anno, secondo uno studio della Rand Corporation condotto nel 2016.
Laura Li è una di quelle persone che preferisce 35 minuti di sonno ad una tazza di caffè. Correttrice di bozze presso una rivista di viaggi, questa giovane donna di 28 anni fa la siesta ogni settimana presso YeloSpa, un lussuoso centro wellness che, da undici anni, offre delle cabine dedicate al relax personale (la YeloSpa opera cedendo licenze franchising). Laura Li entra in una cabina esagonale illuminata da una luce violetta: come fosse un’astronauta, si sdraia su un materasso inclinato, con i piedi verso l’alto, per ridurre il ritmo cardiaco e facilitare il sonno. Nel giro di 35 minuti si risveglierà, grazie ad una “alba simulata”, come spiega Maya Daskalova, responsabile di YeloSpa nella Quinta Avenue, a pochi passi dalla Trump Tower. Prezzo per questo sonnellino rigeneratore: un dollaro al minuto, con un minimo di 20 e un massimo di 40 minuti. Come racconta Laura Li, “Vengo qui nei giorni in cui ho molto lavoro, giusto per avere un po’ di energia per il resto del pomeriggio. Visto che non bevo caffè, quando sono affaticata non ho altra scelta che fare un pisolino”.
Laura Li non racconta ai suoi colleghi questa sua abitudine dell’ora di pranzo. Ma ne ha parlato con gli amici, che spesso trovano bizzarro il fatto che lei sia disposta a pagare per dormire. “Molti la ritengono una perdita di tempo e di denaro”, ci dice Laura. “Ma per me, finché me lo posso permettere, il gioco vale la candela. Mi sento decisamente meglio, dopo la siesta, e questo mi basta”. La signora Daskalova, responsabile del centro relax, ritiene che la società contemporanea stia ormai cambiando: “Rimettersi in forma per il resto della giornata è ben più sano che farsi sommergere dal lavoro”, afferma sorridendo.
Chi sono i nuovi adepti della siesta? Ci sono quelli che fanno lunghi spostamenti casa-ufficio, quelli che vivono lontano da Manhattan e fanno una pausa prima di affrontare un pranzo di lavoro, le donne incinte, i genitori che hanno passato la notte in bianco a causa del bebè, i festaioli che hanno tirato tardi…
Soffrendo di una cronica mancanza di sonno, nel 2004 Christopher Lindholst creò la società MetroNaps, che realizza delle “capsule di energia” nelle quali ci si può isolare totalmente, per dormire. Le prime capsule furono installate nell’Empire State Building, ma sono state poi smantellate a causa di alcune nuove misure di sicurezza adottate nel celebre grattacielo. Da allora, MetroNaps vende le sue capsule alle aziende, alle università, agli ospedali, agli aeroporti… “In quindici anni, il comportamento delle persone è notevolmente cambiato”, racconta mr. Lindholst. “C’è una forte presa di coscienza circa l’importanza del sonno e dei suoi benefici”. Ma per superare i pregiudizi (nordamericani e protestanti – ndt) legati alla siesta, spesso associati all’idea di pigrizia, “è servito il passaggio di un’intera generazione”. Eppure, prosegue Lindholst, “il pisolino non dura che tra fra 10 e 20 minuti, non più di una sigaretta o di una pausa caffè”.
© AFP & Quentin Périnel, 2018, Le Figaro
A New York, è il momento delle “cabine per la siesta”
Per un gran numero di newyorkesi, la siesta è ormai una tradizione acquisita. Ma non è gratis! Per un dollaro al minuto, si può affittare una “cabina per la siesta” a Times Square. Da molti anni, per ricaricare le loro batterie nella “città che non dorme mai”, i newyorkesi ingurgitano grandi quantità di caffè espresso o ricchi cocktails a base di legumi frullati. Ma oggi, hanno finalmente scoperto le virtù del pisolino pomeridiano...
Già da tempo esistono molti centri di yoga o di meditazione orientale. Allo scopo di affrontare la fatica indotta da ambienti di lavoro super competitivi, e da tragitti casa-ufficio sempre più affollati, un buon numero di newyorkesi ha già ceduto alla moda del tè “Matcha” (tè verde giapponese - ndt) o a quella del “Kava”, bevanda anti-stress di gran moda, ricavata da una radice vegetale. Ma ormai, sono le cabine per la siesta il boom del momento, a New York così come in varie altre città americane.
Tra le installazioni più importanti, figura quella di Nap York (“nap” = pisolino), inaugurata a febbraio 2018, in un edificio a tre piani nei pressi di Times Square. Ad un prezzo medio di 12 dollari, si può affittare per mezz’ora una cabina individuale, tutta in legno, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il successo non ha tardato ad arrivare: dalle 7 cabine iniziali, Nap York è rapidamente passata a 22. Quanto prima verrà aperta, sul tetto dell’edificio, un’area riservata alle amache, che potranno essere affittate per 15 dollari ogni mezz’ora. “È molto difficile trovare un angolo di pace e tranquillità a New York”, sottolinea Stacy Veloric, direttrice marketing di Nap York. “Vogliamo accogliere i newyorkesi provati dalla fatica o dallo stress”.
Secondo il Centro per la prevenzione delle malattie (Center for Disease Control and Prevention), un terzo degli americani non dorme in modo o quantità adeguati. Il che ha conseguenze sull’umore e sulla capacità di concentrazione, riduce la produttività, favorisce le assenze dal lavoro... Si tratta di un costo per l’economia americana stimato in circa 411 miliardi di dollari l’anno, secondo uno studio della Rand Corporation condotto nel 2016.
Laura Li è una di quelle persone che preferisce 35 minuti di sonno ad una tazza di caffè. Correttrice di bozze presso una rivista di viaggi, questa giovane donna di 28 anni fa la siesta ogni settimana presso YeloSpa, un lussuoso centro wellness che, da undici anni, offre delle cabine dedicate al relax personale (la YeloSpa opera cedendo licenze franchising). Laura Li entra in una cabina esagonale illuminata da una luce violetta: come fosse un’astronauta, si sdraia su un materasso inclinato, con i piedi verso l’alto, per ridurre il ritmo cardiaco e facilitare il sonno. Nel giro di 35 minuti si risveglierà, grazie ad una “alba simulata”, come spiega Maya Daskalova, responsabile di YeloSpa nella Quinta Avenue, a pochi passi dalla Trump Tower. Prezzo per questo sonnellino rigeneratore: un dollaro al minuto, con un minimo di 20 e un massimo di 40 minuti. Come racconta Laura Li, “Vengo qui nei giorni in cui ho molto lavoro, giusto per avere un po’ di energia per il resto del pomeriggio. Visto che non bevo caffè, quando sono affaticata non ho altra scelta che fare un pisolino”.
Laura Li non racconta ai suoi colleghi questa sua abitudine dell’ora di pranzo. Ma ne ha parlato con gli amici, che spesso trovano bizzarro il fatto che lei sia disposta a pagare per dormire. “Molti la ritengono una perdita di tempo e di denaro”, ci dice Laura. “Ma per me, finché me lo posso permettere, il gioco vale la candela. Mi sento decisamente meglio, dopo la siesta, e questo mi basta”. La signora Daskalova, responsabile del centro relax, ritiene che la società contemporanea stia ormai cambiando: “Rimettersi in forma per il resto della giornata è ben più sano che farsi sommergere dal lavoro”, afferma sorridendo.
Chi sono i nuovi adepti della siesta? Ci sono quelli che fanno lunghi spostamenti casa-ufficio, quelli che vivono lontano da Manhattan e fanno una pausa prima di affrontare un pranzo di lavoro, le donne incinte, i genitori che hanno passato la notte in bianco a causa del bebè, i festaioli che hanno tirato tardi…
Soffrendo di una cronica mancanza di sonno, nel 2004 Christopher Lindholst creò la società MetroNaps, che realizza delle “capsule di energia” nelle quali ci si può isolare totalmente, per dormire. Le prime capsule furono installate nell’Empire State Building, ma sono state poi smantellate a causa di alcune nuove misure di sicurezza adottate nel celebre grattacielo. Da allora, MetroNaps vende le sue capsule alle aziende, alle università, agli ospedali, agli aeroporti… “In quindici anni, il comportamento delle persone è notevolmente cambiato”, racconta mr. Lindholst. “C’è una forte presa di coscienza circa l’importanza del sonno e dei suoi benefici”. Ma per superare i pregiudizi (nordamericani e protestanti – ndt) legati alla siesta, spesso associati all’idea di pigrizia, “è servito il passaggio di un’intera generazione”. Eppure, prosegue Lindholst, “il pisolino non dura che tra fra 10 e 20 minuti, non più di una sigaretta o di una pausa caffè”.
© AFP & Quentin Périnel, 2018, Le Figaro
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