Abitare insieme ai giovani e giocare con i bambini migliora la vita delle persone anziane
Si moltiplicano le iniziative per far convivere più generazioni sotto lo stesso tetto.
È ormai lontano il tempo in cui nonni, figli e nipoti abitavano tutti insieme nella stessa casa, a volte anche per tutta la vita. Oggi, sono molte le persone anziane che vivono da sole e che abitano in case per loro troppo grandi. Secondo quanto rilevato dall’Insee (Istituto nazionale di statistica e studi economici), gli over 65 dispongono in media di 91 metri quadri, un valore doppio rispetto a quello delle abitazioni in cui vivono gli under 50. Da una parte, ci sono persone anziane sole, che nella vita quotidiana vorrebbero un po’ di compagnia, dall’altra vi sono giovani che hanno difficoltà a prendere casa: l’aumento del numero di convivenze fra persone appartenenti a queste due fasce d’età sembra un’idea dettata dal buon senso. Dall’inizio degli anni Duemila, le iniziative che promuovono questo tipo di coabitazioni si sono moltiplicate, e vengono gestite da associazioni, enti di case popolari e dirigenti di strutture di riposo per anziani, tutti quanti operanti come mediatori fra chi offre l’alloggio e chi lo cerca.
Una proficua unione di differenze
È il caso, per esempio, del Réseau CoSI (Rete per la Coabitazione Solidale Intergenerazionale) o dell’Associazione Ensemble2Générations, che organizzano la coabitazione fra anziani in buona salute e studenti. “Vivere insieme a una persona giovane fornisce continui stimoli alle persone anziane, e permette loro di poter rimanere più a lungo a vivere a casa propria”, spiega Nabila Coste, dell’Associazione Pari solidaire. “Il nostro ruolo è quello di rassicurare coloro che temono di ritrovarsi a litigare con la persona ospitata. Se le cose non vanno come previsto, noi interveniamo, o per chiarire un’incomprensione oppure per far andare via il giovane ospite”. Si tratta di un timore frequente, che spiega come mai questo tipo di convivenza sia ancora poco diffusa. A Parigi, a causa dell’alto costo degli alloggi, le richieste di coabitazione dei giovani sono cinque volte più numerose di quelle presentate dagli anziani. Per la giovane persona ospitata, la quota d’affitto da versare è davvero bassa, circa il 40% del costo medio di mercato. Inoltre, se il giovane si impegna a rimanere in casa sei sere a settimana e un fine settimana su due, può anche venire ospitato in maniera gratuita. “Uno degli studenti che abbiamo selezionato ha abitato insieme alla stessa signora per l’intera durata dei suoi studi. E una notte, quando l’anziana ha avuto una crisi allergica, le ha anche salvato la vita portandola al pronto soccorso! Erano molto legati, e oggi quello stesso ragazzo va regolarmente a visitare la sua tomba”, racconta Joëlle Henrotte, coordinatrice dell’Associazione Ensemble2Générations per la zona Hauts-de-Seine.
E ancora, la casa di riposo Domitys di Besançon ha appena coinvolto una studentessa: il suo compito è fare compagnia per 39 ore a settimana agli anziani che vi abitano. In cambio, la ragazza può alloggiare gratuitamente nel residence. “Ora inizio a conoscere le loro preferenze, e a capire quali sono le persone più isolate. Recentemente, uno dei residenti mi ha letto delle poesie, una signora mi ha insegnato a lavorare a maglia, e fra poco andrò all’opera in compagnia di un altro signore!”, racconta allegramente Nour, 25 anni. Altri dieci residence della catena Domitys dovrebbero presto proporre questo tipo di coabitazione.
Per gli anziani, si rivela fruttuosa anche la convivenza con i più piccoli. “Alcuni dei nostri ospiti ci raccontano che i loro nipoti sono lontani, oppure che i nipoti sono cresciuti e che loro – i nonni – sentono la mancanza dei bambini”, spiega Aude Chapuis, direttrice dei Jardins d’Arcadie di Versailles. La casa di riposo si trova accanto a un asilo nido, e organizza regolarmente attività di gruppo fra anziani e bambini di due o tre anni. Sono incontri che fanno bene al cuore, e che, in tutta leggerezza, costituiscono grandi stimoli per le persone anziane.
“Gli anziani si alzano, prendono i bambini sulle ginocchia. Fanno ginnastica senza nemmeno rendersene conto”, si rallegra Aude Chapuis. “E soprattutto, cosa molto importante, si sentono utili. A tal proposito, di recente una delle signore del nostro residence ha realizzato a maglia tanti vestiti per tutti i bimbi dell’asilo. Un lavoro magnifico!”.
© Marie Bartnik, 2018, Le Figaro
Abitare insieme ai giovani e giocare con i bambini migliora la vita delle persone anziane
Si moltiplicano le iniziative per far convivere più generazioni sotto lo stesso tetto.
È ormai lontano il tempo in cui nonni, figli e nipoti abitavano tutti insieme nella stessa casa, a volte anche per tutta la vita. Oggi, sono molte le persone anziane che vivono da sole e che abitano in case per loro troppo grandi. Secondo quanto rilevato dall’Insee (Istituto nazionale di statistica e studi economici), gli over 65 dispongono in media di 91 metri quadri, un valore doppio rispetto a quello delle abitazioni in cui vivono gli under 50. Da una parte, ci sono persone anziane sole, che nella vita quotidiana vorrebbero un po’ di compagnia, dall’altra vi sono giovani che hanno difficoltà a prendere casa: l’aumento del numero di convivenze fra persone appartenenti a queste due fasce d’età sembra un’idea dettata dal buon senso. Dall’inizio degli anni Duemila, le iniziative che promuovono questo tipo di coabitazioni si sono moltiplicate, e vengono gestite da associazioni, enti di case popolari e dirigenti di strutture di riposo per anziani, tutti quanti operanti come mediatori fra chi offre l’alloggio e chi lo cerca.
Una proficua unione di differenze
È il caso, per esempio, del Réseau CoSI (Rete per la Coabitazione Solidale Intergenerazionale) o dell’Associazione Ensemble2Générations, che organizzano la coabitazione fra anziani in buona salute e studenti. “Vivere insieme a una persona giovane fornisce continui stimoli alle persone anziane, e permette loro di poter rimanere più a lungo a vivere a casa propria”, spiega Nabila Coste, dell’Associazione Pari solidaire. “Il nostro ruolo è quello di rassicurare coloro che temono di ritrovarsi a litigare con la persona ospitata. Se le cose non vanno come previsto, noi interveniamo, o per chiarire un’incomprensione oppure per far andare via il giovane ospite”. Si tratta di un timore frequente, che spiega come mai questo tipo di convivenza sia ancora poco diffusa. A Parigi, a causa dell’alto costo degli alloggi, le richieste di coabitazione dei giovani sono cinque volte più numerose di quelle presentate dagli anziani. Per la giovane persona ospitata, la quota d’affitto da versare è davvero bassa, circa il 40% del costo medio di mercato. Inoltre, se il giovane si impegna a rimanere in casa sei sere a settimana e un fine settimana su due, può anche venire ospitato in maniera gratuita. “Uno degli studenti che abbiamo selezionato ha abitato insieme alla stessa signora per l’intera durata dei suoi studi. E una notte, quando l’anziana ha avuto una crisi allergica, le ha anche salvato la vita portandola al pronto soccorso! Erano molto legati, e oggi quello stesso ragazzo va regolarmente a visitare la sua tomba”, racconta Joëlle Henrotte, coordinatrice dell’Associazione Ensemble2Générations per la zona Hauts-de-Seine.
E ancora, la casa di riposo Domitys di Besançon ha appena coinvolto una studentessa: il suo compito è fare compagnia per 39 ore a settimana agli anziani che vi abitano. In cambio, la ragazza può alloggiare gratuitamente nel residence. “Ora inizio a conoscere le loro preferenze, e a capire quali sono le persone più isolate. Recentemente, uno dei residenti mi ha letto delle poesie, una signora mi ha insegnato a lavorare a maglia, e fra poco andrò all’opera in compagnia di un altro signore!”, racconta allegramente Nour, 25 anni. Altri dieci residence della catena Domitys dovrebbero presto proporre questo tipo di coabitazione.
Per gli anziani, si rivela fruttuosa anche la convivenza con i più piccoli. “Alcuni dei nostri ospiti ci raccontano che i loro nipoti sono lontani, oppure che i nipoti sono cresciuti e che loro – i nonni – sentono la mancanza dei bambini”, spiega Aude Chapuis, direttrice dei Jardins d’Arcadie di Versailles. La casa di riposo si trova accanto a un asilo nido, e organizza regolarmente attività di gruppo fra anziani e bambini di due o tre anni. Sono incontri che fanno bene al cuore, e che, in tutta leggerezza, costituiscono grandi stimoli per le persone anziane.
“Gli anziani si alzano, prendono i bambini sulle ginocchia. Fanno ginnastica senza nemmeno rendersene conto”, si rallegra Aude Chapuis. “E soprattutto, cosa molto importante, si sentono utili. A tal proposito, di recente una delle signore del nostro residence ha realizzato a maglia tanti vestiti per tutti i bimbi dell’asilo. Un lavoro magnifico!”.
© Marie Bartnik, 2018, Le Figaro
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