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Bellezza: le donne arabe spendono 220 volte più delle italiane

I numeri parlano chiaro: tutti i colossi industriali della cosmetica hanno davanti a loro un nuovo promettente mercato, sinora del tutto marginale, ovvero quello del Medio Oriente. Secondo le proiezioni più recenti, il mercato di quest’area geografica dovrebbe arrivare al valore di 32,2 miliardi di dollari intorno al 2025, contro i 19,6 del 2017, quindi con una crescita media annua del 6,4% [1]. Come si spiega questo boom? Semplice: il traino principale arriva da una sempre più numerosa generazione di consumatrici, giovani e attente all’estetica, al benessere psicofisico e alla cura di sé.

Secondo gli analisti di CosmeticsDesign-Europe, nel settore della cosmetica ci sono alcuni fenomeni emergenti che non potranno essere trascurati nel prossimo futuro. Il primo è il rispetto per l’ambiente: a fronte di un incremento del consumo di prodotti di bellezza, aumenta anche la consapevolezza che gli ingredienti in essi contenuti debbano essere naturali. In questa ottica, sempre più players internazionali e locali sviluppano proposte innovative per restare competitivi.

C’è poi l’uso ormai generalizzato dei social media, che induce gli utenti a valorizzare il proprio aspetto estetico. L’esempio più evidente, per il Medio Oriente, arriva dalle donne che, per motivi religiosi, si coprono con burka e hijab quando sono fuori casa, ma quando postano le loro immagini sui social si presentano in forma estremamente curata, ricorrendo ai cosmetici esattamente come le donne che scelgono di non coprirsi in pubblico.

Un aspetto curioso è che la crescente preferenza occidentale verso i cosmetici naturali trova una inaspettata corrispondenza nel mondo islamico, visto che in quei paesi i cosmetici “halal”, cioè prodotti secondo le regole della religione musulmana, non permettono di utilizzare in fase di produzione alcun tipo di alcol, o derivati del petrolio o grassi provenienti dalla macellazione dei maiali.

A livello mondiale, la spesa per i cosmetici halal è stimata in 15 miliardi di dollari nel 2018 e si prevede che nei prossimi sei anni tale valore cresca del 6% medio annuo [2]. L’aumento sarà molto accentuato nei paesi mediorientali, nei quali si prevede che il tasso di crescita sarà del 12% medio annuo. Ciò grazie anche a una elevata capacità di spesa da parte delle donne arabe: una consumatrice mediorientale può arrivare a spendere fino a 40mila euro l’anno in prodotti di bellezza, oltre 220 volte di più di una donna italiana (180 euro in media). Ovviamente, i numeri del Medio Oriente sono trascinati verso l’alto da quella ristretta fascia di donne ad altissimo reddito che fanno parte di famiglie principesche o comunque legate al mondo del petrolio. Ma quel che conta sono i consumi totali, estremamente promettenti per le aziende del settore cosmetico. Soprattutto quelle italiane, le cui esportazioni valgono 4,6 miliardi euro, in costante crescita dal 2009, con un tasso dell’11% medio annuo [3].

Peraltro, sino ad oggi i mercati in maggior crescita per l’export italiano non sono quelli arabi ma sono quelli di Cina, Giappone e Hong-Kong, il cui valore complessivo è passato dai 94 milioni di euro del 2007 ai 169 del 2018: un incremento dell’80% in dieci anni, e addirittura del 120% se si considera tutta l’area Asean [3].

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[1] Goldstein Research - Middle East Cosmetics Market, 29/3/2018.

[2] Reuters.com - Halal cosmetics Market 2018, Industry Analysis, Share, Growth, Sales, Trends, Supply, Forecast to 2025.

[3] Cosmetica Italia / Confindustria – Ottavo rapporto sul valore dell’industria cosmetica in Italia.

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