Cina: l’industria delle copie di quadri celebri
Sono lontani i tempi in cui l’emergente borghesia cinese, durante la crescita economica degli anni Novanta, per essere alla moda doveva possedere almeno una copia di un Van Gogh. L’unica regola da rispettare era che gli artisti riprodotti fossero scomparsi da almeno settanta anni, cioè l’arco di tempo prescritto dalle norme internazionali affinché un’opera d'arte cada in pubblico dominio.
Agli inizi degli anni Novanta, infatti, nel villaggio Dafen - un sobborgo della città di Buji, nella provincia di Guandong - la produzione di falsi si era trasformata in un immenso laboratorio di riproduzioni dell’arte occidentale. A Nord-est del centro, lungo la via principale del borgo, tuttora troneggia un blocco rettangolare di granito in cui è scritto “Qui l’arte abbraccia il mercato”. Del resto, non c’è nulla che i cinesi non sappiano copiare... Da allora, come in una gigantesca bottega, i pittori hanno continuato a creare centinaia di "Gioconde" e "Girasoli", tutti perfettamente “legali”, ma senza la firma dell’autore. Decine di Monna Lisa o di Notti Stellate che sembrano autentiche, ognuna accompagnata da un certificato che attesta la loro non originalità. Il successo mondiale di questo singolare artigianato è stato sempre assicurato, da un lato, dal basso livello dei prezzi, dall'altro dall'indubbia maestria con cui le copie venivano, e vengono, realizzate.
Più recentemente, l'attività è entrata un po' in crisi, a causa dell’aumento dei canoni di affitto degli atelier. Molti pittori si sono dovuti riunire in luoghi comuni e poco adatti, dovendo comunque dipingere in breve tempo quantità industriali di dipinti destinati ai quattro angoli del mondo. Si tratta di opere realizzate soprattutto per arredare alberghi e ristoranti, talché gli autori sono spesso sottopagati.
Per salvaguardare questo business, del tutto vitale per l’economia di Dafen, dal 2004 la Prefettura locale ha lanciato la piattaforma online Art Industry Association of Dafen Oil Painting Village, con manifestazioni annuali e rassegne dedicate agli artisti. L’obiettivo è di creare un polo creativo che conceda gratuitamente gli atelier ai giovani pittori che ne facciano richiesta. Scopo dell’iniziativa è anche quello di favorire l’arte contemporanea, andando oltre il mero mercato delle repliche. Non soltanto opere ad imitazione del rinascimento, del barocco o dell'impressionismo, ma anche lavori innovativi e al passo con i tempi, rigorosamente all’insegna dell’autenticità. Un mercato in via di sviluppo, che potrebbe riservare interessanti sorprese nei prossimi anni.
© 2018, Thema International
Cina: l’industria delle copie di quadri celebri
Sono lontani i tempi in cui l’emergente borghesia cinese, durante la crescita economica degli anni Novanta, per essere alla moda doveva possedere almeno una copia di un Van Gogh. L’unica regola da rispettare era che gli artisti riprodotti fossero scomparsi da almeno settanta anni, cioè l’arco di tempo prescritto dalle norme internazionali affinché un’opera d'arte cada in pubblico dominio.
Agli inizi degli anni Novanta, infatti, nel villaggio Dafen - un sobborgo della città di Buji, nella provincia di Guandong - la produzione di falsi si era trasformata in un immenso laboratorio di riproduzioni dell’arte occidentale. A Nord-est del centro, lungo la via principale del borgo, tuttora troneggia un blocco rettangolare di granito in cui è scritto “Qui l’arte abbraccia il mercato”. Del resto, non c’è nulla che i cinesi non sappiano copiare... Da allora, come in una gigantesca bottega, i pittori hanno continuato a creare centinaia di "Gioconde" e "Girasoli", tutti perfettamente “legali”, ma senza la firma dell’autore. Decine di Monna Lisa o di Notti Stellate che sembrano autentiche, ognuna accompagnata da un certificato che attesta la loro non originalità. Il successo mondiale di questo singolare artigianato è stato sempre assicurato, da un lato, dal basso livello dei prezzi, dall'altro dall'indubbia maestria con cui le copie venivano, e vengono, realizzate.
Più recentemente, l'attività è entrata un po' in crisi, a causa dell’aumento dei canoni di affitto degli atelier. Molti pittori si sono dovuti riunire in luoghi comuni e poco adatti, dovendo comunque dipingere in breve tempo quantità industriali di dipinti destinati ai quattro angoli del mondo. Si tratta di opere realizzate soprattutto per arredare alberghi e ristoranti, talché gli autori sono spesso sottopagati.
Per salvaguardare questo business, del tutto vitale per l’economia di Dafen, dal 2004 la Prefettura locale ha lanciato la piattaforma online Art Industry Association of Dafen Oil Painting Village, con manifestazioni annuali e rassegne dedicate agli artisti. L’obiettivo è di creare un polo creativo che conceda gratuitamente gli atelier ai giovani pittori che ne facciano richiesta. Scopo dell’iniziativa è anche quello di favorire l’arte contemporanea, andando oltre il mero mercato delle repliche. Non soltanto opere ad imitazione del rinascimento, del barocco o dell'impressionismo, ma anche lavori innovativi e al passo con i tempi, rigorosamente all’insegna dell’autenticità. Un mercato in via di sviluppo, che potrebbe riservare interessanti sorprese nei prossimi anni.
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