Ecco perché il Flat White costa più di altri caffè
Il "flat white" è una tazzina di caffè, inventata circa 10 anni or sono in Australia, considerata piuttosto trendy nel mondo anglosassone. E' il caffè preferito tra i creativi e tutti quelli che lavorano nel mondo web/media. Consiste in un doppio espresso su cui viene versata una microschiuma di latte, di apparenza lucida e consistenza vellutata. In Italia, ad oggi, è ancora una formula semisconosciuta....
nota della redazione
Riflettori puntati sulla bevanda al caffé più in voga al momento, il flat white, dopo che Conal Lavery, direttore delle vendite di Thomson’s Coffee Roasters (Glasgow), ha dichiarato durante il programma tv Supershoppers (Channel 4) che il suo prezzo è eccessivo e rappresenta una rapina ai danni dei clienti. Da Starbucks, un tall latte (circa 35 cl), che incorpora un doppio caffè espresso, costa quasi due euro e settanta, ma un flat white, che prevede una minore quantità di latte (circa 23 cl), costa quasi tre euro. Presso la catena Caffè Nero, un medium latte costa due euro e ottanta, ma il flat white è sempre venduto a quasi tre euro.
Sulla base dei soli ingredienti, secondo Conal Lavery, un flat white (doppio espresso con una porzione singola di latte montato) dovrebbe essere più economico. “Non c’è alcuna ragione per cui il flat white debba costare più di altre bevande analoghe”.
"Per le catene di coffee shop e per i rivenditori indipendenti specializzati, il doppio caffè espresso è lo standard in tutte le preparazioni”, ha aggiunto Lavery. “In un flat white la quantità di caffè è sempre la stessa, ma c’è meno latte. Dovrebbe costare meno, non più delle altre consumazioni a base di caffè”.
Bevanda preferita da specialisti e bevitori in Australia e Nuova Zelanda, dove è nato, il flat white si è imposto al grande pubblico soltanto da un paio di anni. Oggi è uno dei prodotti più richiesti nelle migliori caffetterie, ma ad un prezzo evidentemente insolito. Gli sventurati clienti, nell’illusione di assaggiare un caffè di qualità superiore, sono vittima di un raggiro? O si tratta, invece, di una sorta di “tassa culturale”?
Il prezzo maggiorato - secondo Chloe Callow, esperta di caffè e redattore della rivista Caffeine Magazine - è dovuto al fatto che le bevande al caffè rappresentano uno stile di vita alternativo, quello della East London, modaiola e trendy. Come Lavery, anche la Callow ritiene che il costo di produzione del flat white non sia superiore rispetto agli altri prodotti del genere, ma osserva che il modo di montare il latte richiede particolari abilità. Un vero flat white viene preparato usando latte intero, da schiumare fino ad ottenere una texture formata da microbolle. Ciò è possibile introducendo una minore quantità di aria, in modo da ottenere una consistenza più cremosa e “setosa”. Il che non è facilissimo.
Inoltre, occorrono capacità da artista per creare con la schiuma quelle speciali figure che in genere completano un flat white. Se si vuole che questo sia preparato correttamente, bisogna ricorrere a un barista esperto, con i relativi costi. Ma l’altro motivo per cui il prezzo della bevanda è così alto risiede nel valore del prodotto percepito dal cliente. I gestori dei bar fanno leva sul desiderio di sorseggiare un caffè trendy. Secondo la Callow, “i consumatori non comprano soltanto un flat white, ma sentono di aderire a uno stile di vita”. A suo dire, chi beve un flat white si sente cool e, per una modica cifra alla portata di tutti, sente di essere temporaneamente incluso in un particolare gruppo sociale.
“La moda del flat white, servito dall’immancabile barista tatuato, è nata a Londra con lo sviluppo e l’incremento dei coffee shop indipendenti”, prosegue la Callow. “Oggi ce ne sono tanti, ma al momento del loro arrivo erano considerati pionieri della Third Wave Coffee. Allora, il flat white era ancora più caro ed era percepito come diverso dagli altri prodotti”.
La Third Wave Coffee, per chi non lo sa, è il nome del movimento globale che promuove il caffè come prodotto unico e artigianale. “Il flat white è un piccolo lusso alla portata di tutti. È percepito come un’esperienza unica, un’evasione dalla quotidianità”, continua la Callow. “Non è come comprare tè e biscotti. Odio la parola hipster, ma alla gente piace l’atmosfera della East London e, per un momento, sente di far parte di una comunità alternativa”.
Il mistero che ancora circonda il caffè, secondo la Callow, esalta il fascino delle preparazioni meno ortodosse. “Perché il caffè non è ancora ben compreso da molti ed è ancora considerato, anche dagli chef dei ristoranti, come qualcosa di enigmatico. È esotico, misterioso, un po’ come il vino naturale”.
Ma la domanda resta la stessa: il costo del flat white equivale a una rapina ai danni del cliente? “Per nulla”, risponde la Callow, “poiché vale ciò che si paga e la maggior parte delle persone non bada al prezzo, in virtù di ciò che il flat white rappresenta”.
Comunque, qualsiasi cosa il flat white rappresenti per voi, il verdetto finale è per ora rinviato.
© Telegraph Media Group Limited (2017)
Ecco perché il Flat White costa più di altri caffè
Il "flat white" è una tazzina di caffè, inventata circa 10 anni or sono in Australia, considerata piuttosto trendy nel mondo anglosassone. E' il caffè preferito tra i creativi e tutti quelli che lavorano nel mondo web/media. Consiste in un doppio espresso su cui viene versata una microschiuma di latte, di apparenza lucida e consistenza vellutata. In Italia, ad oggi, è ancora una formula semisconosciuta....
nota della redazione
Riflettori puntati sulla bevanda al caffé più in voga al momento, il flat white, dopo che Conal Lavery, direttore delle vendite di Thomson’s Coffee Roasters (Glasgow), ha dichiarato durante il programma tv Supershoppers (Channel 4) che il suo prezzo è eccessivo e rappresenta una rapina ai danni dei clienti. Da Starbucks, un tall latte (circa 35 cl), che incorpora un doppio caffè espresso, costa quasi due euro e settanta, ma un flat white, che prevede una minore quantità di latte (circa 23 cl), costa quasi tre euro. Presso la catena Caffè Nero, un medium latte costa due euro e ottanta, ma il flat white è sempre venduto a quasi tre euro.
Sulla base dei soli ingredienti, secondo Conal Lavery, un flat white (doppio espresso con una porzione singola di latte montato) dovrebbe essere più economico. “Non c’è alcuna ragione per cui il flat white debba costare più di altre bevande analoghe”.
"Per le catene di coffee shop e per i rivenditori indipendenti specializzati, il doppio caffè espresso è lo standard in tutte le preparazioni”, ha aggiunto Lavery. “In un flat white la quantità di caffè è sempre la stessa, ma c’è meno latte. Dovrebbe costare meno, non più delle altre consumazioni a base di caffè”.
Bevanda preferita da specialisti e bevitori in Australia e Nuova Zelanda, dove è nato, il flat white si è imposto al grande pubblico soltanto da un paio di anni. Oggi è uno dei prodotti più richiesti nelle migliori caffetterie, ma ad un prezzo evidentemente insolito. Gli sventurati clienti, nell’illusione di assaggiare un caffè di qualità superiore, sono vittima di un raggiro? O si tratta, invece, di una sorta di “tassa culturale”?
Il prezzo maggiorato - secondo Chloe Callow, esperta di caffè e redattore della rivista Caffeine Magazine - è dovuto al fatto che le bevande al caffè rappresentano uno stile di vita alternativo, quello della East London, modaiola e trendy. Come Lavery, anche la Callow ritiene che il costo di produzione del flat white non sia superiore rispetto agli altri prodotti del genere, ma osserva che il modo di montare il latte richiede particolari abilità. Un vero flat white viene preparato usando latte intero, da schiumare fino ad ottenere una texture formata da microbolle. Ciò è possibile introducendo una minore quantità di aria, in modo da ottenere una consistenza più cremosa e “setosa”. Il che non è facilissimo.
Inoltre, occorrono capacità da artista per creare con la schiuma quelle speciali figure che in genere completano un flat white. Se si vuole che questo sia preparato correttamente, bisogna ricorrere a un barista esperto, con i relativi costi. Ma l’altro motivo per cui il prezzo della bevanda è così alto risiede nel valore del prodotto percepito dal cliente. I gestori dei bar fanno leva sul desiderio di sorseggiare un caffè trendy. Secondo la Callow, “i consumatori non comprano soltanto un flat white, ma sentono di aderire a uno stile di vita”. A suo dire, chi beve un flat white si sente cool e, per una modica cifra alla portata di tutti, sente di essere temporaneamente incluso in un particolare gruppo sociale.
“La moda del flat white, servito dall’immancabile barista tatuato, è nata a Londra con lo sviluppo e l’incremento dei coffee shop indipendenti”, prosegue la Callow. “Oggi ce ne sono tanti, ma al momento del loro arrivo erano considerati pionieri della Third Wave Coffee. Allora, il flat white era ancora più caro ed era percepito come diverso dagli altri prodotti”.
La Third Wave Coffee, per chi non lo sa, è il nome del movimento globale che promuove il caffè come prodotto unico e artigianale. “Il flat white è un piccolo lusso alla portata di tutti. È percepito come un’esperienza unica, un’evasione dalla quotidianità”, continua la Callow. “Non è come comprare tè e biscotti. Odio la parola hipster, ma alla gente piace l’atmosfera della East London e, per un momento, sente di far parte di una comunità alternativa”.
Il mistero che ancora circonda il caffè, secondo la Callow, esalta il fascino delle preparazioni meno ortodosse. “Perché il caffè non è ancora ben compreso da molti ed è ancora considerato, anche dagli chef dei ristoranti, come qualcosa di enigmatico. È esotico, misterioso, un po’ come il vino naturale”.
Ma la domanda resta la stessa: il costo del flat white equivale a una rapina ai danni del cliente? “Per nulla”, risponde la Callow, “poiché vale ciò che si paga e la maggior parte delle persone non bada al prezzo, in virtù di ciò che il flat white rappresenta”.
Comunque, qualsiasi cosa il flat white rappresenti per voi, il verdetto finale è per ora rinviato.
© Telegraph Media Group Limited (2017)
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