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Genitore 1 e genitore 2: dopo aver “neutralizzato” il padre e la madre, anche i figli diventeranno numeri?

Affrontando con ironia un argomento molto serio, tre psicanalisti si interrogano sulle ripercussioni simboliche di una decisione approvata quasi in segreto dal Comune di Parigi: sostituire le parole “padre e madre” con la dicitura “genitore 1 e genitore 2” negli atti di stato civile.

Una donna diventata uomo, che però ha conservato i propri organi riproduttivi femminili, ha dato alla luce un figlio al quale non vuole assegnare il sesso anagrafico, perché si tratterebbe di “un’imposizione troppo forte, sceglierà lui quando sarà più grande”. Peraltro, pretende che suo figlio la chiami “papà”.

Ci chiediamo: negli atti amministrativi verrà introdotta una categoria specifica per le persone che come lei (o lui, la questione non è molto chiara…) sono allo stesso tempo sia genitore 1 che genitore 2? Bisognerebbe porre questa domanda ai membri del consiglio municipale di Parigi, i quali hanno deliberato all’unanimità di sostituire i termini “padre” e “madre” con la dicitura “genitore 1” e “genitore 2” negli atti ufficiali di tutti i cittadini. Un voto unanime così compatto desta necessariamente forti sospetti, soprattutto perché di solito, e per questioni ben più trascurabili, le assemblee del consiglio comunale parigino sfociano in un parapiglia generale, che procede a suon di insulti. Il voto sulla sostituzione dei termini, che non ha incontrato alcuna opposizione, è stato proposto da una militante di France insoumise [1], con lo scopo di proteggere le coppie omoparentali da una forma di discriminazione che le renderebbe vittime di una “frattura dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”.

Dunque, secondo il primo assistente del sindaco Anne Hidalgo, la città di Parigi vuole cambiare “il prima possibile” i formulari per le richieste di certificati anagrafici. Perciò, il “padre” e la “madre” scompariranno dalla documentazione che ne codifica l’identità, per lasciare il posto a “genitore 1” e “genitore 2”. Tale provvedimento è ritenuto indispensabile per porre fine a una discriminazione verso le coppie omosessuali, che secondo l’INSEE (Istituto nazionale di statistica), in Francia rappresentano ormai poco più del 3% delle coppie. A tal proposito, quale numero e quale casella verranno assegnati invece a chi fosse l’unico genitore? “Genitore 0”?

La consigliera municipale di France insoumise ha dichiarato: “Non è normale che la piattaforma comunale non permetta alle coppie di genitori dello stesso sesso di usufruire delle procedure amministrative come fanno tutte le altre coppie. Ciò rappresenta una frattura nel principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”.

È stupefacente l’abile colpo di mano – attuato con infantile incoerenza – che riesce con un solo gesto a cancellare sia i padri che le madri, a neutralizzarli, per poi farli ricomparire come genitori numerati, “immatricolati”, adeguati alla nostra società, che riduce tutto a un numero.

Sentiremo spandersi nell’aria il lieve odore di patricidio e matricidio che emana da questo provvedimento.

Prenderemo atto del fatto che il nuovo linguaggio bioetico – “neolingua” di orwelliana memoria –, finora incline al sentimentalismo (“dono”, “generosità”, “altruismo”, ecc.), si pietrifica in un’arida sequenza numerica, senza opporre resistenza, ma anzi acclamando la desertificazione all’unanimità. Procedendo a passo di marcia: 1-2, 1-2, 1-2…

Ammireremo la volontà, audace e temeraria, di istituire…destituendo.

Saremo stupiti, infine, dal carattere antidemocratico dei fanatici dell’uguaglianza. Di quel particolare tipo di uguaglianza che omologa tutto e tutti annientando le differenze, di quell’uguaglianza intesa come indifferenziazione e massificazione, in nome della quale si arriva a imporre che lo stato civile di tutti i bambini possa essere modificato arbitrariamente al fine di soddisfare le rivendicazioni di una minoranza attivista. Curioso esempio di negazione della democrazia nel nome dei diritti per tutti, che ben si coniuga con la volontà totalizzante e totalitaria.

E ci ricorderemo anche di aprire l’ombrello per proteggerci dalla pioggia di accuse di omofobia, passatismo e conservatorismo che ci investirà.

Inoltre, last but not least, al fine di portare a compimento le operazioni ritenute necessarie a liberarci dal nostro opprimente passato, suggeriamo di numerare anche i figli, lasciando unicamente alla loro volontà la scelta del loro nome e del loro sesso. I bambini 1, 2, 3, ecc., disporranno così di una più ampia libertà, che li affrancherà dall’odioso giogo genitoriale.

Ma c’è di più, e di meglio: saremo affascinati dalla geniale abilità dell’inconscio di rivelare proprio quello che è incaricato di nascondere. Ci chiediamo infatti: ma coloro che hanno sostenuto questo provvedimento credono davvero di potersi sbarazzare così di quella differenziazione che tanto li intralcia? In realtà, non faranno altro che istituire una nuova gerarchia, la quale, sebbene basata sui numeri e non sulle parole, provocherà altrettante discriminazioni e conflitti della precedente. Infatti, l’esperienza clinica e quella politica insegnano che qualsiasi tentativo di eliminare differenze significative produce a sua volta altre differenze.

A coloro che pensano che tutto questo riguardi solo le coppie dello stesso sesso e i genitori soli, obietteremo che invece tutti dovranno piegarsi a questa neolingua numerificata. La cosa potrebbe far ridere, ma invece si tratta di decreti di emancipazione che andranno a influire sui meccanismi psichici collettivi. Intere generazioni nasceranno e verranno classificate secondo questo nuovo linguaggio, il quale insegnerà loro che attraverso l’atto di istituzione della nascita e dell’identità possiamo cambiare la realtà e adattarla ai nostri sogni, in nome della Legge. Cosa  ne sarà di queste generazioni?

E ancora, se un domani la legge consentisse di concepire figli privi di un padre legale, allora tutti i bambini – indipendentemente dal metodo di concepimento con il quale sono nati o dal loro status di famiglia – saranno autorizzati a pensare che il padre è una figura inutile. I bambini hanno sempre formulato teorie sulla nascita, meglio conosciute come teorie sessuali infantili, nelle quali “tutto è permesso”, teorie che inaugurano la dimensione delle “fantasie”, favorendo i processi di formazione dell’Io e la costruzione di simboli. Ma quando tali fantasie diventano concretamente (e inaspettatamente) realizzabili nel mondo reale, grazie a regole che aboliscono il conflitto tra fantasia e realtà, ecco insinuarsi una sorta di doppio-gioco creativo. In tal modo, si offre, astutamente, un mezzo per sbarazzarsi dell’inconscio.

E’ evidente che questo problema mina alla base la nostra società. Molte persone provano un senso di malessere di fronte a tutto ciò, senza riuscire a esprimerlo. A coloro che perseguono il tentativo di smantellare i simboli psichici attraverso la legge, ricordiamo che alle ultime elezioni non hanno superato il 6% dei suffragi. Come non cogliere il nesso tra questo dato e il progetto che sono determinati a perseguire?

Come non comprendere che tutto questo deriva dal voler trasferire nella società umana le tecniche già applicate nell’industrializzazione degli allevamenti animali? Forse non è un caso, allora, che ci torni in mente la massima di Pierre Legendre, giurista e psicanalista: “L’Uomo è un animale genealogico”.

[1] Movimento politico francese della sinistra radicale - ndt.

© Monette Vacquin, 2018, Le Figaro