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I Democratici Usa: forse i migliori alleati di Trump…

Nel febbraio 2016, il senatore repubblicano Marco Rubio, tra i candidati alla corsa presidenziale americana, tirò un colpo basso a Donald Trump durante un comizio elettorale. Dopo aver ricordato l’offesa ricevuta da Trump, che aveva definito Rubio “il piccolo Marco”, disse che le mani di Trump erano più piccole del normale, aggiungendo che, di solito, le mani piccole sono indice di persona poco affidabile. Pochi giorni dopo Rubio si scusò pubblicamente per le parole dette, inducendo Trump a fare (quasi) altrettanto. Ma Rubio, a sua parziale discolpa, aggiunse anche che era stato indotto a scendere così in basso proprio dal modo in cui Trump aveva precedentemente bistrattato giornalisti, donne e candidati. Una gara al ribasso.

L’errore di Rubio fu evidente: non ci si può aspettare che una persona di scarso tatto provi sentimenti di vergogna, non si può dipingere come sgradevole una persona che proprio alla sua ruvidezza ha fatto leva per avere successo. Comportandosi come Trump, Rubio ha cancellato ogni vantaggio qualitativo che poteva aver accumulato sino a quel momento.

A quanto pare, i Liberal americani, i democratici, sembrano voler ripercorrere lo stesso errore di Rubio, nella loro battaglia contro Trump e il Grand Old Party (Gop), il partito repubblicano. Il loro disprezzo verso ciò che Trump dice o fa è tale da indurli ad offendere pubblicamente tutti coloro che, anche solo indirettamente, hanno a che fare con il presidente o il suo entourage.

Giorni or sono, l’attore Seth Regen, piuttosto noto in America, si è rifiutato di posare in una foto a fianco del leader repubblicano Paul Ryan e dei figli di quest’ultimo. Regen ha confessato di aver boicottato l’evento perché voleva che i figli di Ryan toccassero con mano quanto il padre è avversato tra coloro che prosperano nel rutilante mondo del cinema. Un comportamento che non saprei se definire infantile o estremamente cinico. Questo è quel che accade quando si arriva a disumanizzare l’avversario politico, trattandolo come un appestato.

Tuttavia, coloro che approvano Trump dovrebbero andarci piano quando si scandalizzano perché Sarah Sanders, portavoce del presidente, è stata messa alla porta dal proprietario di un ristorante in Virginia (per il solo fatto di far parte della cerchia di Trump). Infatti, il disprezzo dell’avversario è stato, sin dall’inizio, una delle caratteristiche principali del modo in cui Trump si relaziona agli altri. Per cui, per coloro che denunciano il maltrattamento a Sanders ma votano Trump, forse si può parlare di una certa ipocrisia.

Insomma, l’atteggiamento presuntuoso, aggressivo e intollerante che i democratici rimproverano a Trump è esattamente quello che loro stessi riservano ai loro avversari. Peraltro, ai democratici manca la destrezza di Trump nel gestire questo tipo di comportamento. L’originale è sempre meglio della copia. In conclusione, la “strategia” dei democratici rischia di essere il miglior viatico per una vittoria repubblicana nelle elezioni di mid-term 2018 e per le presidenziali 2020.

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