I medici americani al top degli stipendi
Come sappiamo, non tutti hanno le stesse preferenze quando si parla di lavoro. Tuttavia, secondo diverse ricerche, siamo quasi tutti d’accordo sul fatto che le migliori professioni sono quelle che soddisfano bene alcuni parametri: consentono buon reddito, evolvono anno dopo anno e quindi non sono ripetitive, si conformano alle nostre capacità, non sono troppo stressanti, offrono prospettive di carriera, permettono un buon equilibrio tra tempo di lavoro e tempo privato. Ovviamente, è anche importante che vi sia una sufficiente domanda per quel particolare tipo di attività da parte di imprese o clienti privati.
Una delle più note e serie riviste americane, US News & World Report, ha considerato tutti questi fattori per mettere a punto la lista delle 100 professioni più interessanti e promettenti. I risultati sono riferiti agli Stati Uniti, ma è molto probabile che una analoga ricerca svolta in Italia o in Europa giungerebbe a conclusioni del tutto simili.
Al primo posto assoluto si classifica la figura dello sviluppatore software. Si tratta di un lavoro che ha ormai infinite applicazioni: i software, le app, i programmi più o meno sofisticati sono ormai parte integrante della nostra giornata. Il reddito mediano di uno sviluppatore si aggira (negli Stati Uniti) intorno a 101mila dollari. Anche le prospettive di crescita del mercato sono molto buone. Il rovescio della medaglia è che si tratta di saper passare molte ore a congegnare e scrivere codici, il che richiede molta concentrazione e una buona dose di creatività per trasformare situazioni, casualità, alberi decisionali, ecc. in precise regole di procedura che contemplino tutte le varianti possibili.
Al secondo posto, troviamo lo statistico. Reddito mediano di 84mila dollari (non tra i più alti), ma ottime prospettive di mercato nei prossimi anni, un livello di stress inferiore allo sviluppatore, eccellente equilibrio lavoro-relax. Inutile sottolineare quanto la statistica sia ormai largamente usata in quasi tutti i campi dello scibile: dalla medicina (per analizzare i test su migliaia di persone), alla finanza, al marketing, alle assicurazioni, all’analisi economica, all’agricoltura e molto altro.
Ma la cosa più sorprendente è che dal 3° al 16° posto si trovano solo professioni sanitarie. Le professioni più redditizie sono quelle di chirurgo, anestesista, ostetrico e ginecologo, ortodontista, parodontologo, psichiatra, tutte con reddito mediano tra 180 e 208mila dollari… Un po’ sotto, troviamo dentista, assistente anestesista, assistente medico, pediatra, internista/generico, tutti tra i 100 e i 160mila dollari e sempre con eccellenti prospettive di mercato (la crescita di carriera, invece, è spesso un po’ limitata, a meno di non tornare sui libri di studio per qualche periodo e acquisire un titolo superiore).
Dopo questa ampia area medica, troviamo molte altre professioni, quasi tutte accomunate dal fatto di essere basate su competenze tecnico-quantitative. In altre parole, le professioni artigianali o umanistiche a basso contenuto tecnico sono fuori dalla top 100 (giornalisti, scrittori, illustratori, disegnatori, sociologi, ecc.). Unica eccezione: i laureati in scienze politiche. Se corredati con buone conoscenze di statistica e analisi dei dati, hanno buone prospettive di mercato (stipendio medio: 110mila dollari, molto oltre i livelli italiani).
In questa seconda area, le professioni più redditizie, tutte intorno ai 120mila dollari, sono quelle di avvocato, direttore finanziario, sales manager e farmacista. Anche l’optometrista (110mila dollari) ha una remunerazione ben sopra la media.
In tutto questo quadro, è piuttosto triste constatare che negli Stati Uniti lo stipendio medio dei docenti di liceo ammonta a 60mila dollari, circa 55mila euro, un valore nettamente superiore a quello che si registra in Italia. Investiamo poco nella qualità della formazione, e le conseguenze si riscontrano poi nello scarso livello delle università italiane nelle classifiche mondiali. Il problema è che la professione di insegnante è stata sempre ritenuta un ripiego, un ammortizzatore sociale, non un lavoro di difficile accesso, ben pagato e importante per l’intera società.
Ci auguriamo che questa brevissima incursione sulle professioni Usa stimoli la riflessione tra coloro che intendono scegliere un percorso universitario.
© 2019, Thema International
I medici americani al top degli stipendi
Come sappiamo, non tutti hanno le stesse preferenze quando si parla di lavoro. Tuttavia, secondo diverse ricerche, siamo quasi tutti d’accordo sul fatto che le migliori professioni sono quelle che soddisfano bene alcuni parametri: consentono buon reddito, evolvono anno dopo anno e quindi non sono ripetitive, si conformano alle nostre capacità, non sono troppo stressanti, offrono prospettive di carriera, permettono un buon equilibrio tra tempo di lavoro e tempo privato. Ovviamente, è anche importante che vi sia una sufficiente domanda per quel particolare tipo di attività da parte di imprese o clienti privati.
Una delle più note e serie riviste americane, US News & World Report, ha considerato tutti questi fattori per mettere a punto la lista delle 100 professioni più interessanti e promettenti. I risultati sono riferiti agli Stati Uniti, ma è molto probabile che una analoga ricerca svolta in Italia o in Europa giungerebbe a conclusioni del tutto simili.
Al primo posto assoluto si classifica la figura dello sviluppatore software. Si tratta di un lavoro che ha ormai infinite applicazioni: i software, le app, i programmi più o meno sofisticati sono ormai parte integrante della nostra giornata. Il reddito mediano di uno sviluppatore si aggira (negli Stati Uniti) intorno a 101mila dollari. Anche le prospettive di crescita del mercato sono molto buone. Il rovescio della medaglia è che si tratta di saper passare molte ore a congegnare e scrivere codici, il che richiede molta concentrazione e una buona dose di creatività per trasformare situazioni, casualità, alberi decisionali, ecc. in precise regole di procedura che contemplino tutte le varianti possibili.
Al secondo posto, troviamo lo statistico. Reddito mediano di 84mila dollari (non tra i più alti), ma ottime prospettive di mercato nei prossimi anni, un livello di stress inferiore allo sviluppatore, eccellente equilibrio lavoro-relax. Inutile sottolineare quanto la statistica sia ormai largamente usata in quasi tutti i campi dello scibile: dalla medicina (per analizzare i test su migliaia di persone), alla finanza, al marketing, alle assicurazioni, all’analisi economica, all’agricoltura e molto altro.
Ma la cosa più sorprendente è che dal 3° al 16° posto si trovano solo professioni sanitarie. Le professioni più redditizie sono quelle di chirurgo, anestesista, ostetrico e ginecologo, ortodontista, parodontologo, psichiatra, tutte con reddito mediano tra 180 e 208mila dollari… Un po’ sotto, troviamo dentista, assistente anestesista, assistente medico, pediatra, internista/generico, tutti tra i 100 e i 160mila dollari e sempre con eccellenti prospettive di mercato (la crescita di carriera, invece, è spesso un po’ limitata, a meno di non tornare sui libri di studio per qualche periodo e acquisire un titolo superiore).
Dopo questa ampia area medica, troviamo molte altre professioni, quasi tutte accomunate dal fatto di essere basate su competenze tecnico-quantitative. In altre parole, le professioni artigianali o umanistiche a basso contenuto tecnico sono fuori dalla top 100 (giornalisti, scrittori, illustratori, disegnatori, sociologi, ecc.). Unica eccezione: i laureati in scienze politiche. Se corredati con buone conoscenze di statistica e analisi dei dati, hanno buone prospettive di mercato (stipendio medio: 110mila dollari, molto oltre i livelli italiani).
In questa seconda area, le professioni più redditizie, tutte intorno ai 120mila dollari, sono quelle di avvocato, direttore finanziario, sales manager e farmacista. Anche l’optometrista (110mila dollari) ha una remunerazione ben sopra la media.
In tutto questo quadro, è piuttosto triste constatare che negli Stati Uniti lo stipendio medio dei docenti di liceo ammonta a 60mila dollari, circa 55mila euro, un valore nettamente superiore a quello che si registra in Italia. Investiamo poco nella qualità della formazione, e le conseguenze si riscontrano poi nello scarso livello delle università italiane nelle classifiche mondiali. Il problema è che la professione di insegnante è stata sempre ritenuta un ripiego, un ammortizzatore sociale, non un lavoro di difficile accesso, ben pagato e importante per l’intera società.
Ci auguriamo che questa brevissima incursione sulle professioni Usa stimoli la riflessione tra coloro che intendono scegliere un percorso universitario.
© 2019, Thema International
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