Il cambiamento climatico, una sfida prioritaria per la nostra salute
Il cambiamento climatico costituisce una minaccia in grado di compromettere cinquant’anni di progresso in materia di salute pubblica nel mondo. Una adeguata risposta al cambiamento climatico potrebbe, viceversa, rappresentare “la migliore opportunità del XXI secolo per quanto riguarda la salute”. Sulla base di tali conclusioni, presentate dalla “Commissione Salute e Ambiente” di Lancet, l’importante rivista medica inglese ha deciso di promuovere un “conto alla rovescia relativamente a salute e cambiamento climatico”.
Il documento, pubblicato il 31 ottobre scorso, redige un inventario delle ormai evidenti ed accertate connessioni tra salute e clima. Come spiegano gli autori, tra il 2000 e il 2016 il numero di disastri ambientali ricollegabili a fenomeni climatici è aumentato del 46%, mentre le persone di età superiore ai 65 anni esposte a forti ondate di calore risultano essere circa 125 milioni.
Vengono inoltre messi in risalto i rischi relativi alla malnutrizione: ogni volta che la temperatura del pianeta aumenta di un grado Celsius è probabile che questo causi un calo nei raccolti pari al 6% per il grano e al 10% per il riso. Nel rapporto vengono ricordate anche le vittime causate dalle microparticelle inquinanti presenti nell’atmosfera (più di 800.000 persone nel 2015 solo per la combustione del carbone in Asia), il rischio di contrarre malattie quali le febbri Dengue o Chikungunya (connesse all’espansione delle zanzare portatrici), nonché il calo medio del 5,3% della produttività agricola mondiale.
Nessun paese sarà risparmiato
Questi problemi, già verificatisi o in procinto di verificarsi, colpiscono più spesso i paesi del sud del mondo rispetto a quelli del nord, ma non per questo i paesi occidentali verranno risparmiati. A cominciare dalla Francia, dove già si patiscono ampiamente le ondate di calore o l’inquinamento atmosferico causato dalle microparticelle e dove ci si deve comunque aspettare anche “la comparsa di malattie infettive dovute all’insediamento della zanzara tigre nel sud della Francia e l’avvento della malaria” - come sottolinea Anneliese Depoux, co-direttrice del Centro Virchow-Villermé di Salute Pubblica. Questo centro franco-tedesco fa parte di quelle 24 istituzioni provenienti da tutto il mondo che hanno partecipato alla stesura del rapporto, redatto sulla base di una serie di indicatori che d’ora in poi verranno pubblicati ogni anno alla vigilia della grande Conferenza annuale sul clima (COP).
Tutto ciò, senza dimenticare gli effetti indiretti provocati dal cambiamento climatico, spesso complessi da identificare ma non per questo meno concreti. “Si parla molto dell’impatto diretto delle ondate di calore, ma la temperatura ha un impatto sulla mortalità anche a prescindere da tali ondate ed è quindi il caso di premunirsi contro quelle variazioni di temperatura che aumentano la vulnerabilità delle persone, specialmente quelle a rischio di malattie cardio-vascolari. Inoltre, le temperature più elevate favoriscono lo sviluppo di piante allergizzanti e possono peggiorare alcune patologie, come per esempio l’emicrania”, osserva poi la ricercatrice. “Fin da principio questa istituzione ha avuto come obiettivo, tra gli altri, quello di raggruppare ricercatori di discipline molto diverse tra loro”, aggiunge. “L’idea è quella di sollecitare i diversi schieramenti politici”, sottolinea ancora la specialista. “Non possiamo semplicemente adattarci”, rincara il prof. Hugh Montgomery (University College London), uno dei responsabili del rapporto. “Esistono varie modalità per trattare allo stesso modo sia le cause che i sintomi del cambiamento climatico e per migliorare la vita delle persone: questo consentirebbe di utilizzare in maniera più razionale budget destinati alla salute ma già eccessivamente ‘sollecitati’ ”. Il nesso tra salute e clima è stato sottovalutato, spiegano i ricercatori, i quali auspicano un cambio di rotta nel comportamento dei governi. Un G7 dei Ministri della Salute si terrà nei giorni del 5 e 6 novembre a Milano. Come riporta Lancet: “si prevede che il cambiamento climatico sarà al centro dei dibattiti”.
© Marielle Court, 2017, Le Figaro
Il cambiamento climatico, una sfida prioritaria per la nostra salute
Il cambiamento climatico costituisce una minaccia in grado di compromettere cinquant’anni di progresso in materia di salute pubblica nel mondo. Una adeguata risposta al cambiamento climatico potrebbe, viceversa, rappresentare “la migliore opportunità del XXI secolo per quanto riguarda la salute”. Sulla base di tali conclusioni, presentate dalla “Commissione Salute e Ambiente” di Lancet, l’importante rivista medica inglese ha deciso di promuovere un “conto alla rovescia relativamente a salute e cambiamento climatico”.
Il documento, pubblicato il 31 ottobre scorso, redige un inventario delle ormai evidenti ed accertate connessioni tra salute e clima. Come spiegano gli autori, tra il 2000 e il 2016 il numero di disastri ambientali ricollegabili a fenomeni climatici è aumentato del 46%, mentre le persone di età superiore ai 65 anni esposte a forti ondate di calore risultano essere circa 125 milioni.
Vengono inoltre messi in risalto i rischi relativi alla malnutrizione: ogni volta che la temperatura del pianeta aumenta di un grado Celsius è probabile che questo causi un calo nei raccolti pari al 6% per il grano e al 10% per il riso. Nel rapporto vengono ricordate anche le vittime causate dalle microparticelle inquinanti presenti nell’atmosfera (più di 800.000 persone nel 2015 solo per la combustione del carbone in Asia), il rischio di contrarre malattie quali le febbri Dengue o Chikungunya (connesse all’espansione delle zanzare portatrici), nonché il calo medio del 5,3% della produttività agricola mondiale.
Nessun paese sarà risparmiato
Questi problemi, già verificatisi o in procinto di verificarsi, colpiscono più spesso i paesi del sud del mondo rispetto a quelli del nord, ma non per questo i paesi occidentali verranno risparmiati. A cominciare dalla Francia, dove già si patiscono ampiamente le ondate di calore o l’inquinamento atmosferico causato dalle microparticelle e dove ci si deve comunque aspettare anche “la comparsa di malattie infettive dovute all’insediamento della zanzara tigre nel sud della Francia e l’avvento della malaria” - come sottolinea Anneliese Depoux, co-direttrice del Centro Virchow-Villermé di Salute Pubblica. Questo centro franco-tedesco fa parte di quelle 24 istituzioni provenienti da tutto il mondo che hanno partecipato alla stesura del rapporto, redatto sulla base di una serie di indicatori che d’ora in poi verranno pubblicati ogni anno alla vigilia della grande Conferenza annuale sul clima (COP).
Tutto ciò, senza dimenticare gli effetti indiretti provocati dal cambiamento climatico, spesso complessi da identificare ma non per questo meno concreti. “Si parla molto dell’impatto diretto delle ondate di calore, ma la temperatura ha un impatto sulla mortalità anche a prescindere da tali ondate ed è quindi il caso di premunirsi contro quelle variazioni di temperatura che aumentano la vulnerabilità delle persone, specialmente quelle a rischio di malattie cardio-vascolari. Inoltre, le temperature più elevate favoriscono lo sviluppo di piante allergizzanti e possono peggiorare alcune patologie, come per esempio l’emicrania”, osserva poi la ricercatrice. “Fin da principio questa istituzione ha avuto come obiettivo, tra gli altri, quello di raggruppare ricercatori di discipline molto diverse tra loro”, aggiunge. “L’idea è quella di sollecitare i diversi schieramenti politici”, sottolinea ancora la specialista. “Non possiamo semplicemente adattarci”, rincara il prof. Hugh Montgomery (University College London), uno dei responsabili del rapporto. “Esistono varie modalità per trattare allo stesso modo sia le cause che i sintomi del cambiamento climatico e per migliorare la vita delle persone: questo consentirebbe di utilizzare in maniera più razionale budget destinati alla salute ma già eccessivamente ‘sollecitati’ ”. Il nesso tra salute e clima è stato sottovalutato, spiegano i ricercatori, i quali auspicano un cambio di rotta nel comportamento dei governi. Un G7 dei Ministri della Salute si terrà nei giorni del 5 e 6 novembre a Milano. Come riporta Lancet: “si prevede che il cambiamento climatico sarà al centro dei dibattiti”.
© Marielle Court, 2017, Le Figaro
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