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L'ecologia, un buon affare

Cinquanta capi di Stato e di governo, l’élite della finanza internazionale, grandi imprese dal mondo intero: il Presidente francese Emmanuel Macron non ha trascurato alcun dettaglio nell’organizzare, lo scorso 12 dicembre, a Parigi – insieme con la Banca mondiale e l’ONU – il “suo” vertice mondiale sul clima (One Planet Summit). I grandi temi relativi al futuro del nostro pianeta non impediscono che si possa fare anche un po’ di politica: a lungo accusato di non tenere in alcun conto l’ecologia, il capo di Stato francese ha voluto, con questo evento, dimostrare esattamente il contrario.

Questo non significa che dopo l’ipermediatizzata conferenza COP21[1] del 2015, il One Planet Summit abbia necessariamente dato luogo a dichiarazioni clamorose. E la cosa in fondo non guasta: gli impegni presi dai diversi Stati nel 2015 per contenere il riscaldamento climatico hanno già accumulato un ritardo tale da rendere necessario non sovraesporre ulteriormente gli obiettivi, tenuto anche conto del fatto che non esiste alcuna garanzia che tali promesse verranno un giorno effettivamente mantenute.

In realtà, una volta proclamate le grandi dichiarazioni di principio, la lotta per la conservazione del pianeta dipende poi principalmente dal settore privato. Che non deve essere costretto a suon di diktat, come amano fare i talebani dell’ecologia punitiva, bensì incoraggiato ad agire in questa direzione, dimostrando che tutto ciò è nel suo stesso interesse - ed è proprio sotto questo profilo che risiede l’utilità di questo (nuovo) summit parigino.

Come riassunto efficacemente da Laurent Fabius[2], bisogna fare in modo che questa “necessità morale” si trasformi in un “buon affare”. Siamo certamente ancora lontani dall’obiettivo, ma dobbiamo riconoscere che, sotto la pressione dell’opinione pubblica e alla luce delle prospettive legate al business che esso potrebbe aprire, la ”ecologizzazione” dell’economia stia guadagnando terreno. La finanza – che in genere non è considerata molto vicina alla filantropia – sta già abbandonando i combustibili fossili per privilegiare gli investimenti nel campo della transizione energetica, mentre le grandi imprese si muovono in massa nella direzione di tutte quelle attività compatibili con gli obiettivi ecologici. E questo vale più di qualsiasi promessa politica al mondo. 


[1] La Conferenza di Rio sui cambiamenti climatici, COP 21 o CMP 11, si è tenuta a Parigi dal 30 novembre al 12 dicembre 2015.

[2] Ex ministro degli esteri e presidente della COP21 durante i suoi lavori.

© Gaëtan de Capèle, 2017, Le Figaro