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L’incremento della popolazione musulmana in Europa

Secondo una ricerca del Pew Research Center, la Francia è in testa alla classifica 2016. In base a tre diverse ipotesi di previsione, nel 2050 i musulmani rappresenteranno tra il 12,7% e il 17,4% della popolazione francese.

I musulmani sono e saranno sempre più numerosi in Europa. L’istituto di ricerca americano Pew, estremamente affidabile e rinomato per le sue ricerche in materia di demografia religiosa, è categorico. Stando alle sue conclusioni, entro il 2050 i musulmani potrebbero rappresentare tra il 7,4% e il 14% della popolazione europea, contro il 4,9% del 2016.

Per effettuare queste proiezioni, il Pew Research Center ha isolato un perimetro che include non soltanto i 28 paesi membri dell’Unione europea ma anche la Norvegia e la Svizzera. Ha poi raccolto i dati che riteneva più affidabili, nella fattispecie quelli dell’Ined-Insee in Francia. I ricercatori hanno infine determinato tre possibili scenari relativi ai flussi migratori. Con l’occasione, inoltre, hanno stimato al 53% la percentuale dei musulmani tra i migranti giunti in Europa nel periodo compreso tra il 2010 e il 2016. I musulmani europei sarebbero oggi 25,8 milioni. Indipendentemente dallo scenario prescelto, i musulmani nel 2050 continueranno a rappresentare una minoranza.

La prima ipotesi - quella di una immigrazione di massa da qui al 2050 – prevede un inevitabile incremento corrispondente, per questa comunità, al 193%. I musulmani arriverebbero ad essere in questo caso più di 75 milioni, su una popolazione europea globale che si stima possa superare i 538 milioni. Per converso, i non musulmani diminuirebbero del 6%, pur restando ampiamente maggioritari, con 463 milioni di abitanti. Una caratteristica specifica della comunità musulmana è quella di essere la comunità più giovane e più fertile. Si prevede quindi che la sua crescita rimanga costante anche nell’ipotesi che il flusso migratorio verso l’Europa debba interrompersi. La Francia si distingue principalmente per essere – nell’ambito dei 30 paesi presi in esame – il paese che nel 2016 ha ospitato il maggior numero di musulmani: 5,72 milioni contro i 4,95 milioni della Germania e i 4,13 milioni della Gran Bretagna. Anche in termini percentuali la Francia balza in cima alla classifica per presenza di musulmani (8,8% della popolazione, seguita dalla Bulgaria che però ne conta soltanto 790.000). 

In base al secondo scenario - “zero immigrazione” - la Francia, nel 2050, continuerebbe ad avere la prima comunità musulmana d’Europa (8,6 milioni, ovvero il 12,7%).  Con il terzo scenario, quello intermedio (che ipotizza la prosecuzione unicamente dell’immigrazione legale, senza conteggiare quella irregolare che oggi alimenta la crisi migratoria), i musulmani potrebbero attestarsi tra i 12,6 milioni (17,4%) e - in caso di immigrazione massiccia - i 13,2 milioni (18%).

L’analisi del Pew Research Center spiega che il tasso di fertilità medio dei musulmani in Francia nel periodo 2015-2020 risulterà superiore alla media di tutti gli islamici in Europa: 2,9 figli per donna, in Francia, contro 2,6 a livello europeo. In media, le donne non musulmane avrebbero un figlio in meno.

Questa ricerca ci informa anche del fatto che nel 2016 è stata proprio la Francia ad ospitare la comunità musulmana più giovane, con un’età media di 27 anni, contro i 43 anni dei non musulmani. Solo la Germania ha evidenziato un analogo scarto di età (16 anni per la precisione) in base alla religione. Bisogna considerare però che l’età media del musulmano tedesco è di 31 anni.

La ricerca susciterà, con ogni probabilità, molte polemiche. Ma essa ha quantomeno il merito di far luce su alcune tendenze significative e quindi sulle prospettive future. Tra gli altri dati, veniamo a conoscenza del fatto che tra il 2010 e il 2016 è stata la Gran Bretagna ad aver accolto il maggior numero di migranti provenienti da paesi extra-europei, con 1,5 milioni di arrivi regolari. Il Pew Research Center segnala, infine, che la Francia ha accolto “oltre mezzo milione di migranti musulmani”.

© Jean-Marc Leclerc, 2017, Le Figaro