L’Islam festeggia la fine del Ramadan
Come avviene dal 2010, si è tenuto in questi giorni a Birmingham (Uk) il più grande raduno di musulmani in Europa, con circa 140.000 partecipanti. La ricorrenza è quella dell’Eid-al-Fitr, ovvero la “festa della fine del digiuno”, che celebra la fine del Ramadan, il mese di astinenza, digiuno, preghiera che viene osservato nei paesi islamici a ricordo della visita che l’arcangelo Gabriele avrebbe fatto a Maometto nel 610 d.C. per rivelargli le prime nozioni del Corano.
Se proprio si volessero cercare analogie con il Cristianesimo, si potrebbe dire che la festa dell’Eid-al-Fitr sta al Ramadan come il carnevale sta alla Quaresima. Tuttavia, mentre il carnevale è una ricorrenza “laica”, estranea al calendario religioso, l’Eid fa integralmente parte dei precetti religiosi islamici.
La festa dell’Eid, che può durare da uno a tre giorni, secondo le usanze locali, viene celebrata in tutto il mondo islamico, dal Cairo a Baghdad, da Manila a Teheran. In quei giorni i musulmani si riuniscono e, dopo aver pregato, festeggiano giocando insieme, banchettando, conversando e raccogliendo elemosine per i poveri. Ai bambini si regalano vestiti nuovi e un po’ di denari. Il saluto d’ordinanza fra i partecipanti è “Eid mubarak”, traducibile con “ti auguro una santa festività”. Peraltro, uomini e donne sono tenuti in aree separate durante i momenti di preghiera, il che conferma quanto l’islam sia molto distante dalla cultura occidentale, a dispetto di una convivialità del tutto analoga tra i due mondi.
L’evento di Birmingham si è tenuto nel parco pubblico Small Heath per la settima volta dal 2010, primo anno in cui fu organizzato. Quest’anno si è registrato uno spettacolare incremento del 35% nel numero partecipanti rispetto al 2017.
Almeno a parole, la comunità islamica di Birmingham tiene molto a che la manifestazione sia ordinata e si concluda lasciando in ordine il parco di Small Heath. Circa 200 volontari sono stati coinvolti per ripulire tutta l’area alla fine della festa. Tuttavia, prima che questa iniziasse il capo della polizia locale, Dave Thompson, ha sentito la necessità di lanciare un appello ai leader islamici e ai partecipanti affinché siano individuati e requisiti pistole, fucili e pugnali. D’altronde, durante il Ramadan vi sono stati vari atti di violenza nei quartieri islamici di Birmingham (l’area attorno al parco ormai è islamizzata al 95%). Mr. Thompson ha dichiarato di vedere attorno a sé “una comunità islamica forte e pacifica”, ma al tempo stesso ha affermato che “nessuno si faccia illusioni: la polizia non tollererà che si ripeta quanto accaduto durante il Ramadan”.
In definitiva, è sorprendente osservare come le comunità islamiche abbiano un senso di religiosità che sembra essere ben più forte rispetto alle ricche nazioni d’occidente. Senza dimenticare le lapidazioni, le fustigazioni e le altre gravi forma di violenza presenti nel mondo islamico, in quale città europea si organizza un grande raduno internazionale per festeggiare la fine della Quaresima, o per qualsiasi altra ricorrenza cristiana? La realtà è che ormai solo una piccola minoranza di cattolici, e di occidentali in genere, è disposta a cambiare, sia pur di poco e solo per qualche settimana, lo stile di vita abituale. Ma forse non sarebbe male, anche per i non credenti, scoprire il beneficio psichico che può derivare da un breve periodo dell’anno in cui i nostri desideri e le nostre continue “esigenze” vengano messi da parte. Rallentare un poco e riflettere di più non può far male. Se poi si vuol anche pregare, meglio ancora. D’altronde, non pochi studi confermano che i credenti hanno, mediamente, un miglior benessere psicologico rispetto ai non credenti, una qualche miglior protezione mentale rispetto alle avversità della vita.
© 2018, Thema International
L’Islam festeggia la fine del Ramadan
Come avviene dal 2010, si è tenuto in questi giorni a Birmingham (Uk) il più grande raduno di musulmani in Europa, con circa 140.000 partecipanti. La ricorrenza è quella dell’Eid-al-Fitr, ovvero la “festa della fine del digiuno”, che celebra la fine del Ramadan, il mese di astinenza, digiuno, preghiera che viene osservato nei paesi islamici a ricordo della visita che l’arcangelo Gabriele avrebbe fatto a Maometto nel 610 d.C. per rivelargli le prime nozioni del Corano.
Se proprio si volessero cercare analogie con il Cristianesimo, si potrebbe dire che la festa dell’Eid-al-Fitr sta al Ramadan come il carnevale sta alla Quaresima. Tuttavia, mentre il carnevale è una ricorrenza “laica”, estranea al calendario religioso, l’Eid fa integralmente parte dei precetti religiosi islamici.
La festa dell’Eid, che può durare da uno a tre giorni, secondo le usanze locali, viene celebrata in tutto il mondo islamico, dal Cairo a Baghdad, da Manila a Teheran. In quei giorni i musulmani si riuniscono e, dopo aver pregato, festeggiano giocando insieme, banchettando, conversando e raccogliendo elemosine per i poveri. Ai bambini si regalano vestiti nuovi e un po’ di denari. Il saluto d’ordinanza fra i partecipanti è “Eid mubarak”, traducibile con “ti auguro una santa festività”. Peraltro, uomini e donne sono tenuti in aree separate durante i momenti di preghiera, il che conferma quanto l’islam sia molto distante dalla cultura occidentale, a dispetto di una convivialità del tutto analoga tra i due mondi.
L’evento di Birmingham si è tenuto nel parco pubblico Small Heath per la settima volta dal 2010, primo anno in cui fu organizzato. Quest’anno si è registrato uno spettacolare incremento del 35% nel numero partecipanti rispetto al 2017.
Almeno a parole, la comunità islamica di Birmingham tiene molto a che la manifestazione sia ordinata e si concluda lasciando in ordine il parco di Small Heath. Circa 200 volontari sono stati coinvolti per ripulire tutta l’area alla fine della festa. Tuttavia, prima che questa iniziasse il capo della polizia locale, Dave Thompson, ha sentito la necessità di lanciare un appello ai leader islamici e ai partecipanti affinché siano individuati e requisiti pistole, fucili e pugnali. D’altronde, durante il Ramadan vi sono stati vari atti di violenza nei quartieri islamici di Birmingham (l’area attorno al parco ormai è islamizzata al 95%). Mr. Thompson ha dichiarato di vedere attorno a sé “una comunità islamica forte e pacifica”, ma al tempo stesso ha affermato che “nessuno si faccia illusioni: la polizia non tollererà che si ripeta quanto accaduto durante il Ramadan”.
In definitiva, è sorprendente osservare come le comunità islamiche abbiano un senso di religiosità che sembra essere ben più forte rispetto alle ricche nazioni d’occidente. Senza dimenticare le lapidazioni, le fustigazioni e le altre gravi forma di violenza presenti nel mondo islamico, in quale città europea si organizza un grande raduno internazionale per festeggiare la fine della Quaresima, o per qualsiasi altra ricorrenza cristiana? La realtà è che ormai solo una piccola minoranza di cattolici, e di occidentali in genere, è disposta a cambiare, sia pur di poco e solo per qualche settimana, lo stile di vita abituale. Ma forse non sarebbe male, anche per i non credenti, scoprire il beneficio psichico che può derivare da un breve periodo dell’anno in cui i nostri desideri e le nostre continue “esigenze” vengano messi da parte. Rallentare un poco e riflettere di più non può far male. Se poi si vuol anche pregare, meglio ancora. D’altronde, non pochi studi confermano che i credenti hanno, mediamente, un miglior benessere psicologico rispetto ai non credenti, una qualche miglior protezione mentale rispetto alle avversità della vita.
© 2018, Thema International
Riproduzione riservata