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L’Italia al primo posto nel riciclo di rifiuti elettronici

Sembra incredibile, ma l’Italia è il paese leader nel riciclaggio dei rifiuti elettronici. Più della Francia, della Germania, e della media Ue. Lo rivela Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea.

La quantità di vecchi televisori, notebook, macchine fotografiche, cellulari e altri rifiuti elettronici ha raggiunto proporzioni gigantesche. Ogni anno si producono nel mondo circa 44,7 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, che corrispondono al peso di circa 4500 torri Eiffel o a quello di nove piramidi di Giza. Queste stime sono state elaborate da alcuni ricercatori dell’Università delle Nazioni Unite (un think tank di studio che non svolge lezioni e non rilascia diplomi). Il mancato riciclo della spazzatura elettronica rappresenta un serio problema, perché la gran parte finisce nelle discariche o viene bruciata, spesso senza gli opportuni filtri d’aria o il corretto smaltimento delle batterie.

Solo tra il 2014 e il 2016 la quantità di rifiuti elettronici prodotta è cresciuta dell’8% ogni anno, più rapidamente di qualunque altro tipo di rifiuti. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, gli smartphone, i computer e i tablet rappresentano solo una piccola parte dell’e-waste, degli apparati elettrici dismessi. Nel computo pesano molto più gli elettrodomestici piccoli e grandi, come aspirapolveri, forni a micro-onde e frigoriferi.

La situazione è aggravata dal fatto che gli Stati Uniti non hanno una normativa nazionale per lo smaltimento di questi particolari rifiuti. I paesi del nord Europa bruciano metà della spazzatura nei termovalorizzatori per produrre energia e ciò fa scendere notevolmente la percentuale di rifiuti riciclati. La media europea è bassa anche a causa dei paesi dell’Est, i cui rifiuti finiscono in discarica. 

In Italia invece, è operativo un sistema di consorzi di raccolta e riciclo che funziona molto bene. E poiché i rifiuti elettronici contengono metalli preziosi e varie percentuali di plastica, diversi progetti stanno nascendo per il loro recupero e trattamento. Nel 2016, infatti, ha preso il via “Uno contro zero”, decreto secondo il quale i negozi con una superficie superiore ai 400 metri quadrati hanno l’obbligo di ritirare i piccoli apparecchi elettronici, fra cui tablet e cellulari, lettori mp3, spazzolini elettrici, macchine fotografiche, calcolatrici e cuffie, gratuitamente, senza oneri per il cliente finale. Un decreto importante, anche se solo diciotto italiani su 100 lo conoscono.

Perfino sul fronte della plastica l’Italia è in prima fila, tanto che la premier Theresa May, nell’annunciare il programma ambientalista Plastic free per il Regno Unito, ha elogiato il nostro paese per le misure annunciate e portate a termine.

Inoltre, nella riunione planetaria del 16 gennaio 2018, la Commissione Europea ha presentato la sua strategia contro i rifiuti plastici: entro il 2030 tutti gli imballaggi di plastica dovranno poter essere riciclati o riutilizzati. Nel frattempo, in Islanda è partito il campo di volontariato del Servizio Civile Internazionale, con l’obiettivo di pulire l’intera costa dell’isola. Un progetto in supporto all’iniziativa per la tutela dell’ambiente che ha l’obiettivo di bonificare l’intera costa attraverso una serie di campi di volontariato.

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