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Nella crisi dei rifugiati l’Italia non è al primo posto…

La Commissione Europea pubblica ormai con una certa regolarità alcune statistiche relative agli immigrati che hanno chiesto ufficialmente asilo, per motivi politici o umanitari, nei diversi paesi europei.

I dati sono abbastanza eloquenti: l’Europa ha vissuto nel 2015 e 2016 una crisi migratoria di ampie proporzioni, sicuramente la più grave dalla fine della seconda guerra mondiale.

Nel 2011 vi furono 309mila domande di asilo in tutta Europa, mentre nel 2015 si è arrivati al picco di 1,3 milioni di richieste, quasi cinque volte di più in soli quattro anni. Nel 2016 la situazione è leggermente regredita, con una lieve discesa a 1,26 milioni di richiedenti asilo. In questo quadro, non va dimenticato che nei soli primi sei mesi di quest’anno circa 2000 persone hanno perso la vita nei fondali del Mediterraneo.

Nel complesso, le domande di asilo presentate in Germania nel 2016 (745.155) hanno costituito il 59% di tutte le domande a livello europeo, mentre l’Italia si è collocata al secondo posto, con il 9,8% delle domande e la Francia al terzo, con 6,7%.

Nel 2016, la Germania ha avuto più domande d’asilo di quante ne abbia avute sommando i due anni precedenti, mentre l’Ungheria e la Svezia hanno avuto un calo dell’82-83% rispetto al 2015.

I due grafici che seguono riportano le domande di asilo presentate in 9 paesi europei, cioè quelli che – in totale – cumulano il 90% delle domande giunte in area Ue. I dati sono di fonte Eurostat. Il grafico 1 espone il totale Ue, i valori della Germania e la somma dei successivi 8 paesi con maggior numero di domande. Due elementi saltano all’occhio: il raddoppio delle domande tra il 2014 e il 2015 (da 626mila a 1,3 milioni) e l’assoluta preminenza della Germania come paese di destinazione (745mila domande contro le 413mila che si ottengono assommando gli altri 8 paesi).

Il grafico 2 ci offre una visione su questi 8 paesi, cioè escludendo la Germania (i suoi valori sono talmente alti che schiaccerebbero verso il basso tutte le linee degli altri, rendendoli di difficile lettura). In evidenza: il boom delle domande nel 2015 è in larghissima parte dovuto alla fortissima crescita avvenuta in Svezia (+100% su 2014) e, soprattutto, Ungheria (+414%). Come dubitare che un paese di soli 9 milioni di abitanti abbia dato valanghe di voti al partito di Viktor Orban, totalmente contrario all’immigrazione? Le 177mila domande ricevute da Budapest corrispondono all’1,8% della popolazione totale, un livello altissimo. Fatte le debite proporzioni, è come se l’Italia avesse ricevuto oltre un milione di domande, contro le 83mila ufficialmente presentate, cioè 13 volte di più. Nulla di strano, dunque, che i due paesi abbiano introdotto regole più restrittive che hanno fortemente disincentivato la presentazione di nuove domande nel 2016.

Altro elemento degno di nota è come i dati dell’Italia registrino un incremento continuo, sino a farla diventare nel 2016 il secondo paese dopo la Germania. Anche questo spiega i successi elettorali della Lega.

Secondo i dati di Eurostat, in media, tra i diversi paesi, viene approvato il 61% delle domande. Il tasso di accettazioni è del 69% in Germania e Svezia, mentre in Italia la percentuale è decisamente più bassa (39%), superata solo dalla Francia (33%). D’altro canto, è da ricordare che l’Italia è uno dei pochissimi paesi europei che accetta domande di asilo da qualsiasi paese del mondo, senza restrizioni, laddove altri paesi Ue hanno creato liste di nazionalità extra Ue “affidabili”, di modo che le domande provenienti da queste ultime godono di procedure decisionali più snelle e rapide.

I principali paesi da cui provengono le domande sono la Siria (334mila), Afghanistan (182mila) e Iraq (126mila). Nell’insieme, questi tre paesi rappresentano poco più della metà di tutti i richiedenti asilo a livello europeo.

Per quanto riguarda invece gli immigrati illegali, l’unica statistica certa è quella relativa al numero di persone identificate come tali, visto che non è possibile conoscere il numero di coloro che sfuggono ai controlli.

La Germania ha scoperto, nel 2016, 370mila immigrati illegali, collocandosi al vertice di questa speciale classifica. Al secondo posto, la Grecia, con 204mila clandestini intercettati, pur avendo un numero di domande d’asilo molto basso. D’altronde, varie analisi confermano che attraverso la Grecia passa circa l’80% dell’immigrazione illegale in Europa. A seguire: Francia (91mila domande), Regno Unito (60mila), Austria (50mila), Ungheria (41mila), Spagna (37mila) e Italia (32mila). In totale, considerando tutti i 28 paesi Ue, sono state individuate 983mila persone entrate illegalmente, di cui il 37% nella sola Germania. Difficile la stima di quanti siano in totale i clandestini entranti, cioè compresi quelli non identificati: secondo l’agenzia Frontex, che coordina le varie polizie di frontiera, sarebbero stati circa 2,3 milioni gli ingressi di immigrati illegali in Europa nel 2016 (cioè 2,3 volte di più rispetto a coloro che sono stati identificati).

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