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Nuove regole per salvaguardare il Bike sharing

A quanto pare, i vandali della mobilità condivisa non riusciranno a fermare il bike sharing, ovvero il servizio che consente di prendere in affitto una bicicletta con uno smartphone e di parcheggiarla dove capita. Tuttavia, la formula del free floating, il sistema per la sosta a flusso libero, non si è rivelata vincente. A Monaco di Baviera, per esempio, centinaia di biciclette a noleggio fornite da oBike, uno dei principali operatori di bike sharing a livello mondiale, sono state danneggiate o distrutte, apparentemente senza motivo. Ogni giorno qualche bicicletta non tornava alla sua postazione, e nonostante il localizzatore satellitare, addirittura spariva, oppure risultava distrutta o rivenduta.

Come risposta, la società di Singapore ha ritirato ben 6mila delle 6.800 biciclette distribuite in tutta la città, seguita, subito dopo, da altre aziende europee come la Ofo e la Gobee, approdate nel 2017 in Italia. Dopo mesi di ripetuti atti vandalici a Torino, Firenze e Roma, oBike ha inviato una mail ai suoi clienti informandoli che avrebbe sospeso l’iniziativa non solo in Italia, ma in tutto il mercato europeo.

Secondo un sociologo tedesco residente a Monaco, Marc Keuschnigg, "la popolazione ha avuto l’impressione di essere stata messa di fronte al fatto compiuto, quando, dal giorno alla notte e in maniera indiscriminata, ha visto la città piena di biciclette gialle. Una situazione che ha suscitato malumore". L'errore, secondo il professore, è imputabile al Comune, che non ha preavvertito la popolazione del nuovo servizio e, soprattutto, non ha ritirato subito le prime biciclette vandalizzate, evitando che restassero in bella mostra. Secondo la teoria delle "finestre rotte", più le autorità pubbliche trascurano la pulizia e la manutenzione di strade e luoghi pubblici, più la gente è "incentivata" ad approfittare della situazione e comportarsi in modo vandalico. Viceversa, più la città è ordinata, più i cittadini temono di incorrere nella riprovazione degli altri, se non anche nella multa di polizia, e si astengono da comportamenti antisociali.

Eppure, a dispetto di questi episodi, diversi operatori del settore sono decisi a resistere e a scommettere sul servizio, magari regolamentando il parcheggio con rastrelliere dedicate, a tutela dell’arredo urbano, rendendo i posti disponibili anche a chi gira in motorino. L’opportunità di ridurre il traffico e l’inquinamento per mezzo delle due ruote sta infatti cambiando le mappe urbane. Lo dimostra la pista ciclabile lunga quattro chilometri sulla via Nomentana a Roma, fortemente voluta dai cittadini e oggi in via di realizzazione, anche se 160 posti auto verranno sacrificati. Sempre a Roma, verranno installate in tutti i municipi oltre 400 rastrelliere vicino a metro, scuole, uffici pubblici, università e biblioteche. Non ultimo, il Comune sta approvando in via definitiva un nuova delibera che permette di installare rastrelliere per biciclette anche all'interno dei condomini privati ed impone, nei casi di nuova costruzione o ristrutturazione di interi edifici, che l'1% della superficie utile lorda sia destinata ad area parcheggio per biciclette.

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