I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra.
Thema international logo
Content
Top

Tunisi: nasce la città della cultura

Contro il terrorismo, apertura e ricostruzione, per rafforzare il dialogo tra mondo musulmano e altri Paesi. Questo, almeno nelle intenzioni, lo spirito della nuova Città della Cultura di Tunisi che il presidente della repubblica tunisina Beji Caid Essebsi ha inaugurato il 21 marzo scorso. Madrina della serata, Claudia Cardinale, che nacque proprio a Tunisi 80 anni or sono. Nel suo discorso, il presidente ha posto l’accento sul valore “rivoluzionario” della cultura, che dovrà essere lo strumento principale per contrastare il terrorismo: “I tunisini potranno essere fieri di questo progetto. Finalmente potranno sognare e avere fiducia in se stessi. Questo è un momento storico. La Tunisia può diventare un faro della cultura”. La data del 21 marzo non è stata scelta a caso: coincide con l’anniversario dell’indipendenza tunisina dai francesi, un comprensibile momento di orgoglio e di unificazione nazionale. 

Il complesso, di notevole cubatura e sviluppato su ben 90mila metri quadrati, è situato su avenue Mohammed V, una delle principali arterie nel centro della capitale, in un quartiere occupato in larga parte da istituzioni finanziarie e statali. La Cité ospita una sala d'opera da 1800 posti - insieme alla nuova orchestra dell'Opera di Tunisi (80 musicisti) - un museo d’arte contemporanea, due teatri, una cineteca per il restauro e la digitalizzazione del patrimonio cinematografico, un polo del libro, alcune sale di produzione musicale, una "casa degli artisti", tre sale espositive, una biblioteca digitale, gli uffici per la gestione dei festival che si terranno nel complesso e più di quaranta attività commerciali.

La costruzione della vasta struttura, che punta a diventare il più grande polo culturale del Maghreb, fu avviata nel 2003 sotto la dittatura di Ben Ali ed era stata interrotta nel 2011 durante la rivolta culminata con la sua fuga in Arabia Saudita. Poi, nel 2016, dopo anni di abbandono dovuti al susseguirsi di governi post rivoluzionari, attentati terroristici e contenziosi legali con la ditta appaltatrice, i lavori sono ripresi alacremente, sino all'inaugurazione di questi giorni. L'impresa è costata complessivamente 130 milioni di dinari (più di 40 milioni di euro), un valore molto basso rispetto agli standard internazionali.

Il ministro della cultura Mohamed Zine el Abidine ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è quello di consegnare un progetto di valore alle generazioni future. Per la Tunisia è un momento storico. È il più importante progetto culturale mai realizzato su scala araba, maghrebina e africana”.

Per Ridha Kacem, direttore generale del Patrimonio culturale tunisino, il nuovo centro culturale aiuterà a consolidare la ripresa del turismo estero di qualità verso la Tunisia. Come ha sottolineato il direttore della nuova Cité, Mohamed Hédi Jouini, “è la prima volta che lo Stato investe nella cultura integrandola al turismo e all’economia”. Come sorta di coronamento dell'impresa, la decima Conferenza dei ministri della cultura dei paesi islamici, tenutasi a Khartum in Sudan, ha dichiarato Tunisi Capitale della cultura islamica per il 2019.

© 2018, Thema International