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Tutte a dieta per l’estate? Le riviste femminili non dettano più legge…

Per lungo tempo, con l’avvicinarsi della bella stagione, la stampa femminile ha esaltato diete miracolose. Quest’anno, niente di tutto ciò: nell’epoca della body positivity, ci interessa ancora sapere come dimagrire?

L’argomento “dieta” per le riviste femminili è come lo speciale “massoneria” per i tabloid: uno “stagionale”, ossia un articolo che riappare sempre nello stesso periodo, come la fioritura degli alberi. Ma quest’anno, dai chioschi, non spunta nessun “Dimagrire in 5 giorni prima dell’estate”, né “Nuova dieta per dimagrire in meno di un mese” o altre astuzie su “Come superare la prova costume”. È un segno dei tempi: le riviste come Madame Figaro, Elle, Vogue, e le altre concorrenti, hanno rinunciato ai loro soliti articoli primaverili sul livello perfetto del girovita e dell’indice di massa corporea. Certo, qualcosa sull’argomento gira ancora, ma se ne scrive molto meno.

Il numero di maggio di Marie-Claire, per esempio, proclamava: “Mangiare meglio per sentirsi bene! (Le donne ci spiegano come sono dimagrite in modo naturale)”.

“In passato, sono stati proposti dei titoli terribili”, ammette Marianne Mairesse, direttrice della rivista. “Ridurre il corpo delle donne a ‘tot. chili per tale stagione’ non è più accettabile”. Allo stesso modo, in un’edizione di fine marzo, Madame Figaro raccoglieva le testimonianze di ragazze magre, come Inès de la Fressange e Alexandra Golovanoff, le quali raccontavano come riuscivano a rimanere in forma pur apprezzando il buon cibo e la bella vita. “Alcune ci hanno anche detto che mangiavano solo zucchero!”, sottolinea Marion Lois, caporedattrice aggiunta di Madame Figaro per i temi bellezza e benessere. Già qualche anno fa la parola “dieta” è stata sostituita da “alimentazione detox”. Ora, si parla solo di benessere! Questo fenomeno arriva dagli Stati Uniti e dai social, tramite i movimenti che promuovono la body positivity o la body acceptance: la serena accettazione del proprio corpo da parte delle donne.

“Eccessi amplificati dalla moltiplicazione degli schermi”

Nell’epoca del neofemminismo, quando le rotondità e le peculiarità fisiche vengono rivendicate a colpi di fotografie su Istagram, i media tradizionali devono adeguarsi. E guai a coloro che non abbracciano questa nuova tendenza. L’anno scorso, Elle osò pubblicare (ancora) il famoso “Perdi tre chili per superare la prova costume”. Il risultato fu un diluvio di commenti negativi su Twitter: “Grazie @ElleFrance, non perdete mai occasione per ridurre i nostri corpi solo a una questione di peso”, “Con una tipa taglia 38 in copertina”, “Lasciateci in pace, voi e le vostre regole”. Una pubblicità di cui la rivista avrebbe fatto volentieri a meno. Tanto più perché, di solito, questo tipo di articoli fa salire le vendite alle stelle. Nel 2015, negli studi televisivi di France2, la caporedattrice di Femme actuelle confessò che “gli articoli riguardanti la linea fanno aumentare le vendite dal 5% al 10%. E quando la pubblicazione viene sponsorizzata con promozioni televisive, le vendite balzano del 25% o 30%”.

Le lettrici si preoccupano ancora di come dimagrire e restare in forma. Tuttavia, non vogliono più sentir parlare di diete astruse, ma chiedono di ricevere consigli adeguati alla loro vita quotidiana. Questa è l’eterna sfida delle donne: destreggiarsi fra sogno e realtà, fra consigli pratici e bellezza da riviste patinate. Già all’inizio del XX secolo, le incisioni di moda venivano criticate per la loro mancanza di realismo. In seguito, con i primi cliché, arrivarono i primi ritocchi. E già nel 1901, negli studi fotografici, i fianchi delle modelle venivano resi più sottili, e i loro difetti cancellati sulle lastre di vetro dei negativi, per far aderire l’immagine di quelle donne a un ideale di bellezza stilizzato che, da allora, non ha mai smesso di dettar legge.

In Francia, scorrendo le pagine dei giornali, si nota che adesso le modelle sono più toniche ed energiche, ma i loro corpi restano magri. “Oggi, il contesto evolve rapidamente: dopo gli eccessi amplificati dalla moltiplicazione degli schermi e dalla diffusione indiscriminata di immagini falsificate, tutti iniziano a prendere coscienza del fatto che la silhouette perfetta è irraggiungibile”, spiega lo psichiatra Christophe André, che si è dedicato allo studio di questo fenomeno nell’ambito del progetto che la casa cosmetica Dove ha dedicato alla “stima di sé stessi”. “L’umore delle nostre società può essere paragonato a quello di chi si sveglia con i postumi di una sbronza”. Lo specialista francese sottolinea l’importanza di proporre dei contro-modelli, in particolare sui social media, e di evidenziare i benefici delle iniziative pubbliche finalizzate a segnalare, nelle pubblicità e nei media, l’uso di un software di fotoritocco come Photoshop. “La specie umana è socievole per natura, quindi il paragone con gli altri è inevitabile e spesso salutare”, prosegue. “Ma a condizione che ci si basi su rappresentazioni e obiettivi realistici e raggiungibili”.

Accusata di essere la causa scatenante del bodyshaming (la pratica di criticare qualcuno per il suo aspetto fisico) e di minare l’autostima delle donne, in particolare quella delle ragazze, la stampa femminile recita il suo mea culpa. “È necessario pensare sul lungo termine. L’obiettivo non è di stabilire traguardi impossibili, ma di riflettere il pensiero femminile e di rispondere alle domande delle donne su argomenti come l’alimentazione, la salute, la ricerca di un benessere profondo e non di una vuota apparenza. L’aspetto psicologico viene ormai considerato parte integrante della bellezza”, riprende la signora Mairesse. “Noi incoraggiamo le nostre lettrici ad essere soggetti e non oggetti, promuovendo la diversità, la realtà dei corpi e il valore delle imperfezioni, al di là dei canoni imposti”. Si è aperta la strada alla ricerca di un nuovo equilibrio alimentare.

Parallelamente a questi cambiamenti, anche il business legato al dimagrimento ha preso altre direzioni. Finito il tempo delle diete lampo, spesso basate su un unico alimento, è ora il tempo di seguire un’alimentazione più sana ed equilibrata. Chi legge ancora il bestseller del dr. Atkins, pubblicato nel 1972, Diet Revolution? Chi consiglia ancora una giornata di sole proteine come faceva il dottor Dukan all’inizio degli anni Duemila? “Le pazienti che ci consultano sono rimaste deluse da quelle formule pseudo-miracolose; vengono da noi per imparare a mangiar bene e ad accettarsi, per sentirsi finalmente a proprio agio con se stesse”, spiega Colette Friedrich. Questa specialista in comunicazione digitale, in collaborazione con la nutrizionista Sarah Marin, ha lanciato Power Diet, un programma dietetico personalizzato, che può durare da una a tre settimane, e prevede anche consulenze telefoniche di sostegno. Il programma non segue né impone regole basate sulle mode del momento, ma promuove l’apprendimento delle nozioni basilari per una corretta alimentazione. “L’obiettivo è di modificare in modo duraturo il proprio rapporto con l’alimentazione, senza privazioni né cottura a vapore”. Le lettrici hanno risolto davvero i loro problemi col loro corpo? “Sicuramente non si parla più di calorie né di chili superflui. Ma quelle imposizioni sono state sostituite da altre imposizioni di tipo diverso”, osserva Marion Louis, “senza glutine, senza lattosio, vegano, macrobiotico… Nessuna ragazza mangia più in modo normale, ora ognuna segue la propria dieta personalizzata”.

© Valérie Guédon, 2018, Le Figaro