Un preside mette al bando l’amore tra gli adolescenti? In segreto, questi gli saranno riconoscenti…
Questo articolo è un interessante commento ad una notizia che avevamo pubblicato pochi giorni or sono. Ci riferiamo al preside della prestigiosa scuola privata inglese che ha deciso di espellere gli studenti che abbiano un flirt con un ragazzo o una ragazza dentro la stessa scuola.
nota della redazione
Come tanti libertini impenitenti, attribuisco la mia devozione al piacere fisico ai benefici ricevuti da un’austera educazione. La mia scuola superiore era stata istituita per le figlie dei missionari, cosicché buona parte dello zelo di matrice protestante si traduceva negli ammonimenti, rivolti a noi ragazze, contro il genere maschile.
La vice-direttrice dell’epoca, nei lontani anni ‘80, aveva solennemente dichiarato che se mai un giovane di sesso maschile avesse provato a introdursi nel nostro spazio privato, nostro dovere era pronunciare la seguente frase: “Fermati giovanotto, non proseguire”. E se la terribile direttrice – anch’ella ex missionaria – scopriva una ragazza truccata, urlava “Cortigiana imbellettata!” e spediva la malcapitata in bagno a togliersi quella “porcheria” dal viso. Quando un paio di ragazzi della Sevenoaks osò infiltrarsi nella nostra camerata di studentesse dell’ultimo anno, noi tutte fummo messe in punizione.
Toby Belfield, l’attuale e integerrimo direttore della Ruthin School, nel Galles del Nord, è il gemello spirituale della mia vecchia direttrice, come lui di origini gallesi. Penso che entrambi abbiano frequentato una specie di campo di addestramento metodista in cui la giornata iniziava con un coro edificante tratto da Onward Christian Soldiers e terminava con i peana dedicati alle virtù della cintura di castità. Cos’altro potrebbe spiegare l’inflessibile dichiarazione di Belfield che, in una mail inviata agli insegnanti della scuola da lui diretta, si dice pronto ad espellere gli alunni sorpresi in “atteggiamenti intimi”, poiché ciò rappresenta una forma di disinteresse nei confronti dello studio.
In breve, Belfield non ha alcun interesse e voglia di prendersi cura di studenti che preferiscono pomiciare, invece che erudirsi.
La mia prima reazione è stata quella di imprecare contro colui che reprime la libido giovanile. Ma poi, riflettendo meglio, sono giunta ad una posizione più articolata.
Ho impiegato una vita per comprendere quanto fossero benèfici i pesi e contrappesi che mi furono imposti negli anni dell’adolescenza, soprattutto i diktat morali che mi facevano assaporare ogni minima trasgressione come un atto di audace ribellione al potere. Che senso ha essere adolescenti se non ci sono regole da infrangere? Quando avevo sedici anni, il solo baciare un ragazzo mi sembrava un atto talmente “proibito” che non provavo alcuna voglia impellente di infilarmi nel letto con un qualche ragazzino impaziente per raccontarlo poi alle mie amiche. Né il sesso era così frequente tra i miei coetanei – ridotto ad un’abitudine banale, simile al bere un bicchiere di sidro – come è oggi per tanti ragazzi.
Il fatto che la compagnia maschile fosse rigorosamente proibita, era, a pensarci oggi, un vero sollievo. Se hai qualche brufolo, un po’ di inibizioni o qualche rotolino di ciccia in più, l’ultima cosa di cui hai bisogno è essere giudicata per il tuo scarso sex appeal. Si resta felicemente protetti dai giudizi sommari, dalle “cotte” non corrisposte e dalla consapevolezza di non sapere nulla sul sesso.
Penso che sia questa la saggezza di Tony Belfield: se l’amore tra gli adolescenti è così raro, i libri diventano la principale fonte di immaginazione. Mi sono innamorata dei libri di Angela Carter perché non avevo alcuna possibilità di innamorarmi di un ragazzo in carne ed ossa.
Pertanto, sono costretta ad ammettere che le regole ferree della mia scuola mi hanno consentito di evitare precoci esperienze sessuali con il forte rischio di incessanti amarezze. Mi sono tenuta la mia verginità fino a vent’anni e ho scansato gli imbarazzi e le delusioni che invece provavano le mie coetanee delle classi miste. In seguito, ho potuto notare che ogni donna che scriveva sulle mie riviste Erotic Review e poi su The Amorist era stata iniziata al sesso con qualche anno di ritardo rispetto agli altri. La nostra passione per l’erotismo derivava, probabilmente, dall’aver evitato in gioventù incidenti più o meno dolorosi.
Con questo non voglio dire che occorra mandare i ragazzi dalle suore per sviluppare la propria sessualità, ma quella della Ruthin School potrebbe essere un’ottima idea…
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L'articolo precedente, sullo stesso argomento:
https://www.thema-international.it/posts/gli-studenti-che-flirtano-a-scuola-saranno-espulsi-lo-ha-deciso-il-preside-di-una-prestigiosa-scuola-privata
© Telegraph Media Group Limited (2018)
Un preside mette al bando l’amore tra gli adolescenti? In segreto, questi gli saranno riconoscenti…
Questo articolo è un interessante commento ad una notizia che avevamo pubblicato pochi giorni or sono. Ci riferiamo al preside della prestigiosa scuola privata inglese che ha deciso di espellere gli studenti che abbiano un flirt con un ragazzo o una ragazza dentro la stessa scuola.
nota della redazione
Come tanti libertini impenitenti, attribuisco la mia devozione al piacere fisico ai benefici ricevuti da un’austera educazione. La mia scuola superiore era stata istituita per le figlie dei missionari, cosicché buona parte dello zelo di matrice protestante si traduceva negli ammonimenti, rivolti a noi ragazze, contro il genere maschile.
La vice-direttrice dell’epoca, nei lontani anni ‘80, aveva solennemente dichiarato che se mai un giovane di sesso maschile avesse provato a introdursi nel nostro spazio privato, nostro dovere era pronunciare la seguente frase: “Fermati giovanotto, non proseguire”. E se la terribile direttrice – anch’ella ex missionaria – scopriva una ragazza truccata, urlava “Cortigiana imbellettata!” e spediva la malcapitata in bagno a togliersi quella “porcheria” dal viso. Quando un paio di ragazzi della Sevenoaks osò infiltrarsi nella nostra camerata di studentesse dell’ultimo anno, noi tutte fummo messe in punizione.
Toby Belfield, l’attuale e integerrimo direttore della Ruthin School, nel Galles del Nord, è il gemello spirituale della mia vecchia direttrice, come lui di origini gallesi. Penso che entrambi abbiano frequentato una specie di campo di addestramento metodista in cui la giornata iniziava con un coro edificante tratto da Onward Christian Soldiers e terminava con i peana dedicati alle virtù della cintura di castità. Cos’altro potrebbe spiegare l’inflessibile dichiarazione di Belfield che, in una mail inviata agli insegnanti della scuola da lui diretta, si dice pronto ad espellere gli alunni sorpresi in “atteggiamenti intimi”, poiché ciò rappresenta una forma di disinteresse nei confronti dello studio.
In breve, Belfield non ha alcun interesse e voglia di prendersi cura di studenti che preferiscono pomiciare, invece che erudirsi.
La mia prima reazione è stata quella di imprecare contro colui che reprime la libido giovanile. Ma poi, riflettendo meglio, sono giunta ad una posizione più articolata.
Ho impiegato una vita per comprendere quanto fossero benèfici i pesi e contrappesi che mi furono imposti negli anni dell’adolescenza, soprattutto i diktat morali che mi facevano assaporare ogni minima trasgressione come un atto di audace ribellione al potere. Che senso ha essere adolescenti se non ci sono regole da infrangere? Quando avevo sedici anni, il solo baciare un ragazzo mi sembrava un atto talmente “proibito” che non provavo alcuna voglia impellente di infilarmi nel letto con un qualche ragazzino impaziente per raccontarlo poi alle mie amiche. Né il sesso era così frequente tra i miei coetanei – ridotto ad un’abitudine banale, simile al bere un bicchiere di sidro – come è oggi per tanti ragazzi.
Il fatto che la compagnia maschile fosse rigorosamente proibita, era, a pensarci oggi, un vero sollievo. Se hai qualche brufolo, un po’ di inibizioni o qualche rotolino di ciccia in più, l’ultima cosa di cui hai bisogno è essere giudicata per il tuo scarso sex appeal. Si resta felicemente protetti dai giudizi sommari, dalle “cotte” non corrisposte e dalla consapevolezza di non sapere nulla sul sesso.
Penso che sia questa la saggezza di Tony Belfield: se l’amore tra gli adolescenti è così raro, i libri diventano la principale fonte di immaginazione. Mi sono innamorata dei libri di Angela Carter perché non avevo alcuna possibilità di innamorarmi di un ragazzo in carne ed ossa.
Pertanto, sono costretta ad ammettere che le regole ferree della mia scuola mi hanno consentito di evitare precoci esperienze sessuali con il forte rischio di incessanti amarezze. Mi sono tenuta la mia verginità fino a vent’anni e ho scansato gli imbarazzi e le delusioni che invece provavano le mie coetanee delle classi miste. In seguito, ho potuto notare che ogni donna che scriveva sulle mie riviste Erotic Review e poi su The Amorist era stata iniziata al sesso con qualche anno di ritardo rispetto agli altri. La nostra passione per l’erotismo derivava, probabilmente, dall’aver evitato in gioventù incidenti più o meno dolorosi.
Con questo non voglio dire che occorra mandare i ragazzi dalle suore per sviluppare la propria sessualità, ma quella della Ruthin School potrebbe essere un’ottima idea…
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L'articolo precedente, sullo stesso argomento:
https://www.thema-international.it/posts/gli-studenti-che-flirtano-a-scuola-saranno-espulsi-lo-ha-deciso-il-preside-di-una-prestigiosa-scuola-privata
© Telegraph Media Group Limited (2018)
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