Una nuova imponente vittoria per Orban in Ungheria
L’altro ieri si sono tenute le elezioni politiche in Ungheria per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale (199 deputati). Il partito Fidesz-Unione Civica Ungherese, ha confermato la sua forte presa sull’elettorato magiaro conquistando una larghissima maggioranza parlamentare, pari a ben 117 seggi su 199, cui si aggiungono i 16 seggi ottenuti dal suo alleato di coalizione, il Partito Popolare Cristiano Democratico. A seguire, il Movimento per una Ungheria Migliore (26 seggi) e la coalizione di sinistra formata dal Partito Socialista e da Dialogo per l’Ungheria (20 seggi in totale). Altre tre formazioni minori non hanno superato i 10 seggi ciascuna. Il partito del primo ministro Orban è saldamente alla guida del paese sin dal 2010. Dal 2002 il partito non è mai sceso sotto il 41% dei voti validi.
Il Fidesz è un partito conservatore, di orientamento cristiano, abbastanza statalista in materia economica e, secondo gli oppositori, populista. In ogni caso, fa parte del Partito Popolare Europeo, che raduna partiti centristi o moderati. Curiosamente, sembra che dal 1992 al 1999 il partito sia stato finanziato da Georg Soros, il miliardario che oggi viene accusato di finanziare partiti che sono in aperta opposizione al Fidesz.
Il progressivo spostamento a destra del partito è stato impresso dal suo leader, Viktor Orban, seguendo abilmente i cambiamenti d’umore dell’elettorato ungherese, tendenzialmente avverso alle politiche immigrazioniste dell’Unione Europea. Non va dimenticato che nel 1526, e per quasi un secolo, gran parte dell’Ungheria cadde sotto il dominio della Turchia, la quale tentò di sradicare con forza ogni riferimento cristiano nella vita degli ungheresi. L’ostilità di questo popolo all’immigrazione islamica ha profonde radici storiche che molti esponenti politici europei tendono a ignorare (o che semplicemente ignorano del tutto...).
Nel sistema ungherese, sui 199 seggi totali, 106 sono assegnati in collegi uninominali a turno unico (chi ottiene maggiori voti si aggiudica il seggio), mentre gli altri 93 seggi sono ripartiti con sistema proporzionale tra le coalizioni. Esiste una soglia di ingresso in parlamento fissata al 5% per i singoli partiti, mentre le coalizioni debbono raggiungere almeno il 10% dei voti. I candidati del Fidesz si sono aggiudicati la grandissima parte dei collegi uninominali, talché, senza la quota proporzionale, la vittoria di Orban sarebbe stata ancora più schiacciante.
© 2018, Thema International
Una nuova imponente vittoria per Orban in Ungheria
L’altro ieri si sono tenute le elezioni politiche in Ungheria per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale (199 deputati). Il partito Fidesz-Unione Civica Ungherese, ha confermato la sua forte presa sull’elettorato magiaro conquistando una larghissima maggioranza parlamentare, pari a ben 117 seggi su 199, cui si aggiungono i 16 seggi ottenuti dal suo alleato di coalizione, il Partito Popolare Cristiano Democratico. A seguire, il Movimento per una Ungheria Migliore (26 seggi) e la coalizione di sinistra formata dal Partito Socialista e da Dialogo per l’Ungheria (20 seggi in totale). Altre tre formazioni minori non hanno superato i 10 seggi ciascuna. Il partito del primo ministro Orban è saldamente alla guida del paese sin dal 2010. Dal 2002 il partito non è mai sceso sotto il 41% dei voti validi.
Il Fidesz è un partito conservatore, di orientamento cristiano, abbastanza statalista in materia economica e, secondo gli oppositori, populista. In ogni caso, fa parte del Partito Popolare Europeo, che raduna partiti centristi o moderati. Curiosamente, sembra che dal 1992 al 1999 il partito sia stato finanziato da Georg Soros, il miliardario che oggi viene accusato di finanziare partiti che sono in aperta opposizione al Fidesz.
Il progressivo spostamento a destra del partito è stato impresso dal suo leader, Viktor Orban, seguendo abilmente i cambiamenti d’umore dell’elettorato ungherese, tendenzialmente avverso alle politiche immigrazioniste dell’Unione Europea. Non va dimenticato che nel 1526, e per quasi un secolo, gran parte dell’Ungheria cadde sotto il dominio della Turchia, la quale tentò di sradicare con forza ogni riferimento cristiano nella vita degli ungheresi. L’ostilità di questo popolo all’immigrazione islamica ha profonde radici storiche che molti esponenti politici europei tendono a ignorare (o che semplicemente ignorano del tutto...).
Nel sistema ungherese, sui 199 seggi totali, 106 sono assegnati in collegi uninominali a turno unico (chi ottiene maggiori voti si aggiudica il seggio), mentre gli altri 93 seggi sono ripartiti con sistema proporzionale tra le coalizioni. Esiste una soglia di ingresso in parlamento fissata al 5% per i singoli partiti, mentre le coalizioni debbono raggiungere almeno il 10% dei voti. I candidati del Fidesz si sono aggiudicati la grandissima parte dei collegi uninominali, talché, senza la quota proporzionale, la vittoria di Orban sarebbe stata ancora più schiacciante.
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